Il cittadino illustre (El Ciudadano Illustre) porta la firma di due cineasti ed organizzatori televisivi argentini: Gastón Duprat e Mariano Cohn. È un film molto bello e decisamente riuscito, articolato attorno ad uno scrittore, premio Nobel per la letteratura, che da anni non riesce più a trovare un soggetto degno della sua attenzione.
Vive a Barcellona e un giorno riceve una lettera del sindaco della cittadina argentina in cui è nato, a qualche centinaio di chilometri da Buenos Aires, che lo invita a ritornare a casa per ricevere la cittadinanza onoraria. Dapprima rifiuta poi, incuriosito, accetta finendo in un groviglio che lo porteranno a prendere una fucilata dall’uomo che ha sposato la donna che, molti anni prima, era innamorata di lui. Il problema è che, forse, tutto questo non è mai successo e la conferenza stampa in cui, alla fine, lui presenta il suo ultimo libro, lascia aperto ogni dubbio e non risolve affatto il conflitto fra realtà e immaginazione. È un’opera di grande complessità, racconta con una semplicità di linguaggio che rende onore al grande cinema, grande in senso culturale, ovviamente. Il tutto arricchito dall’interpretazione di Oscar Martínez, ha ottenuto la Coppa Volpi all’ultima mostra di Venezia, che definire magistrale è dire poco. Un film che mescola riflessioni tutt’altro che banali su fama e relatività, realtà e immaginazione, ricchezza e origini. Il tutto immerso in una collocazione storico – politica (i ritratti di Isabelita, 1931 – 1952, e Juan Domingo Perón, 1895 – 1974, che campeggiano nell’anticamera dell’ufficio del sindaco) ricca di sfumature che valgono assai più di tante descrizioni saggistiche.