Commedia tra il grottesco e la denuncia sociale, il secondo titolo del talentuoso Fulvio Risuleo sembra apparentemente più leggero del lungometraggio del debutto, ma così non è. Con Guarda in alto (2017) aveva saputo raccontare un’avventura ‘possibile’ con le peripezie di giovane panettiere che a Roma durante una pausa dal lavoro - dopo aver visto la singolare caduta di uno strambo uccello - inizia un credibile viaggio sul labirinto dei tetti della capitale. Tra poesia ed avventura, aveva saputo realizzare un piccolo/grande affresco di un mondo lontano dagli occhi delle persone ma non per questo impossibile. Ventottenne, ha iniziato con due corti, Lievito Madre (2014) e Varicella (2015) che erano stati accolti favorevolmente al Festival di Cannes. Cura con grande attenzione la sceneggiatura e nell’ambito della storia spesso i protagonisti sono inusuali. In effetti, in questo caso il cane, le pecore e il pappagallo sono i personaggi chiave della storia. Selvatici, ammaestrati e umanizzati, animali che convivono con gli uomini ma fanno parte di un altro mondo.
Il regista dice che spesso li trattiamo come qualcosa di nostro e ci dimentichiamo che loro hanno una loro storia, una loro identità. Da questa filosofia, dalla coppia di amiche lesbiche, da altre figure strambe ed interessanti nasce un’opera sicuramente da vedere. Il film è strutturato in due parti asimmetriche. La prima è un lungo preludio in cui viene bene ambientato quello che sarà lo sviluppo principale della storia, la seconda è una digressione sull'antagonista della prima parte, spiazzando un po’ lo spettatore che poteva immaginare un prosieguo più convenzionale. Questa struttura squilibrata lascia molto spazio alla creazione dei personaggi narrati fuori da schemi di una sceneggiatura mai troppo castrante. È un film sui punti di vista e di come la realtà cambi a seconda dell'angolo da cui la guardiamo. Anche il genere non è uno solo: la commedia, il dramma, il mistero e l'azione si incrociano nella stessa storia creando sempre attenzione. Non esiste suddivisione fra buoni e cattivi ma una disperata lotta, che accomuna tutti, per cambiare la propria posizione sociale. Bravissimo Edoardo Pesce come macchiettistico veterinario ben coadiuvato da Silvia D'Amico e Daphne Scoccia che vivono i propri personaggi dall’interno donando loro insicurezze e molta credibilità. Al loro primo giorno da dog sitter, Rana e Marti subiscono il furto del bulldog francese che era stato loro affidato da una ricca signora. Decidono di mettersi all’inseguimento del ladro, a cui incautamente avevano affidato l’animale per farlo accoppiare con cagnolina di razza e guadagnare 350 illeciti euro. L’uomo, che sostiene di chiamarsi Dr. Mopsi è in grado di farle penare non poco. Sarà necessario riavvolgere il nastro per scoprire il mistero che si nasconde dietro questo improbabile colpo poco organizzato e pessimamente sviluppato. Peccato che film così non riescano ad essere premiati come meriterebbero al box office.