Difficile capire le vere intenzioni di questa commedia all’italiana che parrebbe volere approfondire il tema della malapolitica ma che si limita a unire in qualche maniera gag più o meno riuscite col tentativo di creare un film. Stefania Capobianco e Francesco Gagliardi, quest’ultimo anche produttore del film con la sua FG Pictures, sono al debutto nella regia del lungometraggio (Stefania non ha diretto nemmeno uno short) con un passato impegnato di ecologisti e, in genere, di persone coinvolte nel sociale: da loro si poteva attendere tutto tranne che un’opera tanto epidermicamente vacua e, gravissimo per una commedia, che mai riesce a fare ridere.
Girato nell’estate del 2015, ha avuto difficoltà nel trovare una distribuzione tanto da ritardare quasi quattro anni l’uscita. Giochi di parole che avrebbero tirato giù coi fischi i teatri dell’avanspettacolo, nomi che dovrebbero raccontare le caratteristiche del personaggio e suonano come stupidità mal riuscite, battute spesso offensive contro tutti compresi emigranti politici cinesi, omosessuali, campani e tutto per cercare di essere divertenti. Dispiace, e tanto, vedere attori di buona qualità dare visibilità ad una sceneggiatura assolutamente caotica in cui i personaggi si incontrano e si scontrano, dove tutte le ‘gag’ sono di una sconfortante prevedibilità, in cui si tratta da deficienti gli spettatori sottolineando i passaggi principali, nel caso non avessero capito i complessi temi. Il bravo Shi Yang Shi interpreta un cinese, macchietta di tutto il suo popolo, buoni caratteristi come Tony Sperandeo, Andrea Roncato, Adolfo Margiotta e Alvaro Vitali cercano disperatamente di non naufragare assieme al film ma purtroppo non ci riescono. Achille Alfresco è un politico che aspira ad essere Presidente del Consiglio. Il nome del suo partito, Mò Vi Mento - Lira di Achille è già un emblema di quanto promette: noi siamo più onesti degli altri perché sappiamo che l'intero mondo politico è basato sulla menzogna e sulla falsità e lo diciamo già nel nome; ovviamente, vuole anche il ritorno alla lira. L’uomo cerca di sposare la ricca erede di una multinazionale di profilattici, ma lei è ancora innamorata dell'ingenuo e colto Massimo Della Bozza aspirante scrittore che si ritrova a fare da portaborse del politico Achille che promette che sarà il prossimo Ministro della Cultura. Da qui, senza apparente logica, nascono sviluppi di storie che durano il tempo di poche battute e che sono rigorosamente superflue.