Eric Toledano e Olivier Nakache si dimostrano ancora una volta coppia vincente del cinema d’oltralpe. Dopo il grande successo ottenuto da Quasi amici – Intouchables (Intouchables, 2011) propongono un’altra commedia dal sapore raffinato e melodrammatico. Confermano il bravissimo Omar Sy, ci aggiungono una Charlotte Gainsbourg che finalmente sorride, e raccontano un’ulteriore storia di disagio dove il protagonista è un extracomunitario.
La magia, però, non avviene e ci si deve accontentare di un buon film che mai entusiasma, che non riesce a buttare un sasso nello stagno del falso perbenismo che ufficialmente depreca il dramma dei sans papier ma che nulla fa per trovare soluzioni. La sceneggiatura riduce ogni cosa a storie raccontate con toni da commedia poco preoccupandosi di costruire situazioni capaci di reggere con logica ed interesse le problematiche dei vari personaggi. Quasi sembra che non vogliano rischiare e pensino solo al box office. Oltretutto, è un vero peccato che i vari personaggi non si esprimano, oltreché nella lingua ufficiale del film – da noi l’italiano – in inglese, portoghese, russo, serbo ed arabo come nell’edizione francese; in questa maniera si perdono anche vari momenti di diversità che si trasformano in occasione per essere più uniti tra persone che vivono gli stessi problemi. Il rapporto tra un clandestino che vive in Francia da dieci anni e la manager di successo in crisi che lavora per un periodo nei servizi sociali poteva svilupparsi con maggiore interesse, non avendo paura di sporcarsi le mani con temi che accomunano un po’ tutto il mondo occidentale. Samba non ha il vigore e la vis drammatica del precedente: si limita a offrire una specie di happy end che accontenta lo spettatore più superficiale scontentando chi non capisce per quale ragione i temi citati non siano stati sviluppati. Particolarmente interessante la prova del trentaquattrenne Tahar Rahim, visto recentemente da noi come protagonista del drammatico Il padre (The cut, 2014) di Fatih Akin e della commedia Un amico molto speciale (Le père Noël, 2014). E’ l’amico di Samba, l’uomo che ne condivide gioie e dolori, lui stesso irregolare che si fa passare per brasiliano perché ritiene sia più facile che non presentarsi come arabo. Bravo, misurato, capace di fare sorridere ma anche di vivere temi drammatici con una recitazione gradevole e mai sopra le righe. Samba è un senegalese clandestino che vive in Francia da 10 anni e colleziona lavoretti per sopravvivere, Alice è dirigente d’azienda che dopo un crollo psico-fisico da stress decide di capire qualcosa di se stessa. Lui tenta tutte le strade per la regolarizzazione, incredulo per questa ingiustizia, lei cerca di iniziare una vita che le possa piacere di più provando per alcuni mesi il volontariato in un’associazione che si occupa prevalentemente di clandestini. I loro destini si incrociano durante un colloquio in una storia che potrebbe forse fare loro conoscere la felicità.
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