La prima regia dello sceneggiatore Edoardo Falcone, di cui ricordiamo le buone prove soprattutto per due film di Massimiliano Bruno Nessuno mi può giudicare (2010) e Confusi e felici (2014), ma anche particolarmente attivo nel mondo della commedia all’italiana, è basata su uno script da lui realizzato assieme all’esperto e bravo Marco Martani.
Se Dio Vuole mette a nudo i segreti del cuore e i misteri dell'invisibile attraverso la conversione di chi pensa di essere Dio e si scopre uomo debolissimo di fronte alle avversità della vita. Il suo protagonista è uno stimato cardiochirurgo, ateo e sposato con un’ex-attivista di sinistra che non riesce a sopportare una vita borghese lontana dai suoi ideali. Padre di due figli, la ragazza sposata con un agente immobiliare che si reputa un superuomo e il figlio che lui adora perché studia medicina. Per quanto lo riguarda vive più temuto che non amato sia al lavoro che in famiglia. Quando si accorge che il ragazzo si comporta in maniera strana e tutte le sere esce con un coetaneo, pensa sia divenuto gay. Molto liberale, accetta senza problemi questa possibilità e, quando finalmente il giovane si confessa con la famiglia, scopre che, invece, vuole farsi prete. Da qui inizia il vero e proprio film, lo scontro con una realtà che il medico non aveva previsto e che si impegna a cambiare. Marco Giallini è sempre più bravo e speriamo che presto possa dimostrare quanto vale anche in ambito di opere più drammatiche, quelle che gli permetterebbero definitivamente di essere considerato un buon attore anche dalla critica seriosa. Alessandro Gassman, prete da barricata ricco di precedenti con la giustizia, è perfetto e riesce a rendere umanamente credibile questo uomo tra gli uomini che sa donarsi senza limiti. Sono due piacevoli mattatori che condizionano ogni momento del film ma in maniera più che positiva. Semmai, è invece la sceneggiatura a perdere qualche colpo trasformando il film da un’amara commedia a un racconto che a tratti rischia il melodramma. Bella la scelta del sottofinale che vede protagonista il prete, meno interessante l’ovvio e scontato finale. Laura Morante è brava, nonostante una ridicola scena in cui lei, tornata combattiva, convince i ragazzi della sua ex scuola all’occupazione. Comunque, peccati veniali per un film che riesce ad essere interessante e divertente.