Dal videogioco con più appassionati al mondo deriva un film che riesce ad inserirsi bene nel filone del fantasy con l’intenzione di iniziare una lunga saga. È ambientato nell'universo di Warcraft (sigla WoW, World of Warcraft), creato da Blizzard Entertainment, ed è l'adattamento cinematografico di Warcraft: Orcs & Humans, videogioco del 1994 e primo della saga di Warcraft che nello stesso anno era stato ispiratore di un bel film di animazione.
Utilizzando attori poco noti, trucchi che trasformano completamente i volti, senza avere con nessuno degli attori un contrato milionario, i produttori possono spendere di più sugli effetti speciali. Il regista Duncan Jones – coautore anche della sceneggiatura e che ha realizzato fino ad ora solo due film, ambedue belli e di science fiction, Moon (2009) e Source Code (2011) – sa muoversi molto bene in quest’ambito di lotte epocali in un mondo che non esiste e dove la violenza è l’unico linguaggio conosciuto. Il regista lavorava a questo progetto da anni ed è riuscito a creare un insieme di personaggi e vicende che potrebbero essere la base di infinite nuove avventure cinematografiche. L’illustre padre David Bowie non lo ha aiutato in questa impresa ma sicuramente gli ha dato quel pizzico di genialità che gli ha permesso di affrontare la sfida senza troppi timori reverenziali. Deve affrontare il giudizio di oltre 10 milioni di incalliti giocatori che hanno fatto di Warcraft un caso sociale senza pari, tutti membri di un clan in cui non solo si gioca ma dove si discute di tutto, comprese politica ed economia. Lui stesso è un appassionato del gioco e lo conosce in modo perfetto. Motion capture, Cgi (computer grafica), animazione e modellazione 3D che si contrappongono ai protagonisti del gioco di ruolo tra cui ci sono molti orchi, maghi, nani che danno ad ogni cosa un’atmosfera fiabesca. Tra loro c’è Duncan, eroe disposto ad ogni cosa per il suo popolo. Nel modo di narrare ricorda non poco altri film come Il signore degli anelli - La compagnia dell'anello (The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring, 2001) o Avatar (2009). Non sono plagi, ma il segno di una certa mancanza di originalità presente, invece, nella difficile fusione tra mondo digitale ed immagini girate dal vero. Gli Orchi creati dagli sceneggiatori sono simpatici, complessi, convincenti anche più degli umani, e questa è una buona vittoria per Duncan Jones e Charles Leavitt. Azeroth, pacifico regno che rifugge dalla guerra, è costretto ad armarsi poiché deve affrontare una terribile stirpe di invasori composta dai guerrieri Orchi in fuga dalla loro terra agonizzante e pronti a colonizzarne un'altra. Quando il portale che collega i due mondi si apre lo scontro è terribile, con unica filosofia: mors tua vita mea. Da fronti opposti, due eroi affronteranno un conflitto che deciderà il destino delle loro famiglie, dei loro popoli e della loro terra.