Giorgio Leopardi, imprenditore piacentino col pallino del cinema sia come gestore di sale che come produttore con la sua Union, torna a capo di una nuova società per realizzare e distribuire film sempre di nicchia, spesso con interpreti e registi toscani. Qui il fiorentino Domenico Costanzo dirige i concittadini Alessandro Paci e Massimo Ceccherini in una commedia sentimentale condita di kung fu: Una vita da sogno.
Operaio che lavora per i cinesi ha una sorella di cui il suo capo è innamorato e per questo ottiene varie agevolazioni. Alla guida della SUV dell’uomo incontra una prostituta cinese che lui scambia per un’indossatrice. Ambedue fingono di essere quello che non sono, ma l’amore è vero. Interessante parlare di cinesi che sono divenuti imprenditori con dipendenti italiani, pesante sopportare una sceneggiatura asfittica con battute del peggiore avanspettacolo. Gradevoli le scene d’azione. Le arti marziali sono alla base di tutto, con Alessandro Paci che da bimbo guardava mille volte i film del suo scalognato e scalcagnato eroe Massimo Ceccherini, noto come Cekke Lin, sognava di possedere il suo codino magico, riviverne le catastrofiche gesta. Da adulto lavora nella ditta di spedizione di Tim Man, un cascatore cino-svedese noto a livello internazionale anche come fight choreographer di film quali Ninja 2 (2013). La sceneggiatura inserisce volutamente mille luoghi comuni: camorristi dediti alla prostituzione ma all’occasione anche maldestri scassinatori, ragazze cinesi che si prostituiscono per aiutare i loro cari in patria, ma sognano di trovare un uomo ricco da sposare, l’eterno bambinone che vive in famiglia nonostante sia più che adulto, il fantasma o amico invisibile che l’accompagna sempre e lo consiglia, le ragazze procaci che fanno impazzire il cinese che in loro vede il sogno dell’opulenza, il fratello minore smaliziato che conquista donne ed è ben visto dal padre puttaniere (Carlo Monni). Nella scrittura tutto era accettabile, purtroppo nella realizzazione del film, in cui zoppicanti dialoghi ed interpretazione si tengono a braccetto, spesso si rischia il disastro. La complicità tra i due interpreti principali, che sono amici e spesso lavorano assieme, permette di fornire un minimo di logica narrativa a tutto. Da notare che il film è una specie di coproduzione con UCI CINEMAS, a dimostrazione che si sta tornando ai tempi in cui i gestori di sale condividevano il rischio dei titoli che ritenevano interessanti: in questo caso il film, almeno per ora, è proiettato solo in quelle sale. The Space Cinemas aveva fatto la stessa cosa con Due agenti molto speciali (De l'autre côté du périph ,2012).