Kreuzweg - Le stazioni della fede (Kreuzweg) porta la firma del tedesco Dietrich Brüggemann ed è strutturato in una decina di capitoli concepiti come le stazioni della via crucis e filmati con inquadrature fisse.
Vi si rappresenta il calvario di una quattordicenne, figlia di genitori che appartengono a una comunità cattolica fondamentalista. La giovane si convince che sacrificare la sua vita servirà a ridare la parola al fratellino affetto da autismo. Lentamente si lascia morire di fame, convinta che in questo modo raggiungerà Gesù in cielo che le sta conservando un posto privilegiato. Il racconto procede con molte lentezze e la formula narrativa prescelta non conferisce un ritmo adeguato alla narrazione, anzi, appesantisce oltre misura il procedere della storia. Come dire che la scelta stilistica appare funzionale per sezionare con freddezza i passaggi che ribadiscono nella testa della ragazzina la certezza che la vera cristiana, per essere gradita a Dio, deve rinunciare a tutto, alla musica come ai cosmetici, ai vestiti civettuoli come ai cibi appetitosi. Allo stesso tempo la lentezza narrativa e la ripetitività di molti passaggi finiscono col togliere ritmo alla narrazione infliggendo un colpo mortale all’attenzione dello spettatore. Il film è stato coronato Orso d'argento per la migliore sceneggiatura al Festival di Berlino del 2014, cosa che si comprende solo parzialmente.