Ne La diseducazione di Cameron Post di Desirée Akhavan, si parla di repressione. La regista è una newyorkese, figlia di emigrati iraniani, che ha preso spunto dal romanzo omonimo di Emily M. Danforth. Già regista del film di successo Appropriate Behavior su una donna bisessuale che lei stessa interpretò.
Il nuovo film racconta di due adolescenti che vengono sorprese durante un’effusione amorosa dal fidanzato di una di loro. Fatto senza importanza per i genitori di una delle due, ma che risulta inammissibile per quelli della sedicenne Cameron che decidono di internarla in un centro di rieducazione. Isolato nella campagna. Il luogo accoglie giovani dalla complessa identità sessuale e in maggioranza ragazze considerate deviate. Alloggiate in camere a due letti, a volte trasgrediscono il motivo per il quale sono state internate, ma sorvegliate dalla direttrice e dal suo aiutante, sono costrette a fare autocritica in pubblico. Lei ha un carattere forte e sopravvive facilmente, ma c’è chi va in crisi e commette atti estremi che fanno vacillare l’organizzazione. Essendo il centro poco distante dal confine canadese, qualcuno pensa alla fuga. Il film dura novanta minuti e ha il pregio di mostrare l’inutilità, e la pericolosità, di centri che in nome di vecchie tradizioni sociali e religiose tendono a deviare percorsi naturali e personali di giovani in formazione, tuttavia non dice niente di nuovo su una situazione in evoluzione. Chloé Grace Moretz da volto alla protagonista.