Questa commedia francese in salsa sentimentale, costruita alla maniera di Hollywood, segna il debutto in solitario di David Moreau che, in coppia con Xavier Palud, aveva firmato in chiave horror il mediocre rifacimento di The Eye (The Eye, 2008) e il ben riuscito Them - Loro sono là fuori (Ils, 2006). 20 anni di meno è girato con bravura, interpreti ben scelti, musiche particolarmente funzionali ma è povero di originalità e snocciola situazioni femminili viste con ottica troppo maschile: probabilmente se a David Moreau e al suo co-sceneggiatore Amro Hamzawi si fosse unita una collega, il personaggio della quarantenne avrebbe avuto maggiore spessore e attendibilità.
Oltretutto, quel sapore di trasgressione che le prime scene potrebbero fare presagire e che avrebbe reso più originale il racconto, ben presto si disperde nella raffinata ma convenzionale costruzione narrativa che tranquillizza quel pubblico che dal cinema vuole conferme ai propri sogni e accetta solo raffinate banalità. Bella, art director di rivista femminile patinata, rischia di perdere il lavoro perché considerata poco innovativa. Per un insieme di coincidenze è fotografata con giovane che sembra stia baciando. Quest’immagine, messa su twitter, la rende subito popolare al punto che, su consiglio di un amico grafico, decide di fingere una storia d’amore col ragazzo. Non sa che la finzione può divenire realtà. Siamo di fronte ad uno di quei prodotti piacevoli ma senza anima, che ricordano tanti altri titoli precedenti. La belga Virginie Efira si muove bene in quel mondo glamour così ben raccontato da Il diavolo veste Prada (The Devil Wears Prada, 2006) di David Frankel, ma il suo personaggio vive in una specie di realtà alternativa in un'upper - class che rende più difficile l'identificazione per lo spettatore comune con questa bella donna che intreccia una storia sentimentale con uomo più giovane di lei di diciannove anni. Pierre Niney, attore teatrale della Comédie française, è piacevole nella costruzione di un personaggio simpaticamente incapace che vive una vita non sua come se fosse un sogno mai sognato. Questo contatto col mondo della moda sicuramente gli sarà utile per interpretare il ruolo di protagonista in Yves Saint Laurent (Yves Saint Laurent, 2014) in lavorazione con la regia di Jalil Lespert.
