Il cinquantaseienne di Chicago Daniel Clowes è sempre stato attivissimo nel mondo del fumetto sia come creatore di propri personaggi sia come sviluppatore di idee altrui. Nel 2006 era stato portato sullo schermo un altro suo lavoro e il successo non era mancato. Art School Confidential - I segreti della scuola d'arte (Art School Confidential, 2006) era il drammatico racconto della disillusione di un dotato disegnatore che, arrivato al successo, si rende conto che non può esprimere quello che vorrebbe ma deve lavorare su ciò che gli chiedono i committenti.
Anche in quella occasione era sia l’autore del libro che l’unico sceneggiatore. Vari corti basati sul suo lavoro e, finalmente, Wilson tratto dal primo fumetto di questo autore a essere pubblicato direttamente in volume senza essere serializzato su riviste o comic-book. È un personaggio che lui ama molto, a tratti autobiografico – soprattutto nell’incapacità di essere diplomatico – e per questo fin troppo mattatore della storia raccontata, tanto da ridurre tutti gli altri a comprimari incapaci di guadagnare l’attenzione dello spettatore. La scelta di affidare il ruolo di protagonista a Woody Harrelson risulta in parte vincente: attore molto dotato che ha nel suo curriculum anche un paio di nomination agli Oscar, cerca una via differente al suo essere attore dimenticando la sua vena drammatica per una prova virata tutta sul comico e sul grottesco. Tuttavia a tratti gli manca la misura, riducendo Wilson ad una macchietta non molto interessante. La sceneggiatura gli lascia molto spazio che non sempre sa utilizzare al meglio. E’, comunque, professionalmente ineccepibile e, a tratti, particolarmente divertente. La regia è affidata a Craig Johnson, autore che fino ad ora ha realizzato l’accettabile commedia drammatica True Adolescents (2009) e la riuscita commedia romantica Uniti per sempre (The Skeleton Twins, 2014), che non si fa notare più di tanto ma, tutto sommato, non demerita. L’utilizzo di un linguaggio colorito e la creazione di alcune scene non esattamente raffinate, danneggiano l’economia del film. Wilson, uomo di mezza età minato dalla droga e da varie disavventure, vive solitario ai limiti della misantropia con un fare ossessivo e nevrotico che lo farebbe odiare da tutti se non fosse anche onesto e divertente. Quando scopre di avere una figlia, ormai teenager, di cui non conosceva l’esistenza diventa un padre felice anche se la ragazza è bruttina e in sovrappeso. Nel suo modo bizzarro e un po’ contorto, con l’aiuto della ex moglie cerca di trovare dei punti di contatto con lei, e tutto sembrerebbe andare per il peggio. Finale prevedibile.