Il segreto dei suoi occhi di Juan José Campanella è stato il trionfatore all’Havana Film Festival del 2009, vincitore di un’altra cinquantina di premi tra cui l’Oscar nel 2010 per il miglior film in lingua non inglese, aveva dimostrato il valore della cinematografia argentina in un thriller pensato anche per il grande pubblico ma non condizionato da lui. Il regista aveva saputo inserire perfettamente la vita privata dei suoi personaggi all’interno di una storia drammatica e coinvolgente creando un noir dove la scoperta di terribili verità era solo piccola parte del interesse per la vicenda.
Amato in tutto il mondo, è finito nelle grinfie delle major statunitensi che ne hanno realizzato un prodotto usa e getta per fare lavorare le loro star sotto contratto. Quindi, poco importa che Nicole Kidman e Julia Roberts siano adatte ai personaggi loro assegnati, l’importante è che portino gente al cinema. Con questa ottica, il regista e sceneggiatore Billy Ray poco si preoccupa della qualità ma è molto attento bell’inquadrare il profilo giusto delle dive; probabilmente lui è convinto di avere realizzato un buon lavoro, ma il risultato è sotto gli occhi degli spettatori. Verboso, privo di ritmo, incapace di coinvolgere, nelle sue mani è divenuto un film come tanti, uno di quei titoli che si dimenticano dopo averli visti. Il dubbio che i produttori si siano resi conto della povertà del prodotto, è che ha la prima mondiale in Italia ed è rappresentato da un valido ma non grande distributore. Nicole Kidman poco credibile come oggetto d’amore, Julia Roberts dal volto duro ed inespressivo, gli altri accettabili e nulla più. Questo cineasta, nato come sceneggiatore e divenuto poi regista, al terzo titolo dietro la macchina da presa utilizza a piene mani scene intere del film d’origine e, nello stesso tempo, lo trasforma in un thriller che risente dell’11 settembre per la costruzione degli intrecci. Questo remake si poteva evitare o, quantomeno, ci si poteva avvicinare di più il film da cui è originato. Ex agente dell’FBI è ossessionato dall’omicidio della figlia della sua partner e grande amica Cobb. Marzin, il sospettato arrestato per l’omicidio, viene liberato a causa del suo ruolo chiave come informatore e dei discutibili mezzi usati per ottenere la sua confessione. Dopo dodici anni l’omicidio è ancora insoluto e l’uomo è costretto a confrontarsi con il suo passato e, in particolare, con l’agente con cui aveva condotto le indagini, Claire, con la quale è rimasta in sospeso una storia d’amore. Più l’uomo si avvicina alla soluzione del caso più la verità è scioccante. Con un finale incollato senza troppa attenzione.
