Il cinema francese è diventato il più importante d’Europa non solo per la genialità di alcuni registi, ma anche perché si basa su una struttura produttiva e un sostegno pubblico che hanno consentito la sopravvivenza di quel cinema medio su cui si ancora la forza di qualsiasi cinematografia. E’ ovvio, infatti, che i grandi film, culturalmente e commercialmente parlando, possano nascere numerosi solo in situazioni segnate da un’industria solida che richiede un terreno di lavoro normale altrettanto robusto.
Sono ovvietà che vengono in mente, ogni qual volta ci s’imbatte in un film come Adorabili amiche (Thelma, Louise et Chantal, 2010) di Benoît Pétré la cui robustezza poggia sulla professionalità normale di quanti vi hanno collaborato. Buona sceneggiatura, ottima interpretazione, fotografia e scenografia impeccabili cui si aggiunge una strizzata d’occhio cinefila al classico di Ridley Scott (Thelma & Louise, 1991) citato non solo nel titolo originale, ma anche nel personaggio del contadino sul trattore che fa gesti osceni alle tre donne o nel pre-finale con l’auto sull’orlo del precipizio. Tre amiche sul crinale della menopausa decidono di passare un fine settimana diverso dal solito partecipando al matrimonio di un ex – belloccio che è stato marito di una sogno erotico dell’altra e amante occasionale della terza. Intraprendono un viaggio in auto dalla Borgogna sino alla cittadina atlantica de La Rochelle attraverso la campagna francese – da brave ex-femministe non amano le autostrade – un percorso che diventa una sorta di itinerario di autocoscienza, rinnovata amicizia, e riscatto. E' una storia flebile ma gestita con piacevole misura, senza predicozzi, né eccessi d’intellettualismo. Da vedere senza troppo impegno.