Il regista brasiliano Alfonso Poyart, qui alla sua prima sortita hollywoodiana, dimostra grande abilità nella messa in scena, inserendovi anche elementi da videoclip, ma gravi limiti nella costruzione narrativa. Questo è il suo secondo lungometraggio, ed è stato chiamato alla corte del cinema commerciale dopo il buon successo di 2 Coelhos (2 conigli, 2012) un action movie mai giunto sui nostri schermi ambientato in una San Paolo violenta e traditrice.
Da almeno venti anni conviviamo coi film sui serial killer che, visto il riscontro sempre garantito al box office, difficilmente ci abbandoneranno nel prossimo futuro. Ci sono regole fisse, inquadrature sempre uguali, studi psicologici che difficilmente emozionano, ma tutto sommato le prevedibili brutte figure dell’FBI, le movimentate irruzioni delle squadre speciali, le immagini in cui si dispensa adrenalina utilizzando inquadrature parziali di scene cariche di tensione o fasci violenti di luce rivenienti da torce, sono tutti elementi divertenti che non costringono lo spettatore a grandi sforzi per capire l’intreccio e, spesso, si indossano come vecchie ciabatte, comode anche se non bellissime. Per affrontare temi così sfruttati occorre, però, un piccolo colpo di genio, una novità nella sceneggiatura o nella parte visiva. Tutto questo manca assolutamente in Premonitions (è il titolo italiano, mentre quello originale si potrebbe tradurre con Conforto), un film carino ma scarsamente interessante, curato ma incapace di raccontare. Questo tipo di critiche sono la logica conseguenza di una produzione ad alto budget e alla buona qualità del cast, premesse da cui era lecito attendersi molto di più. Anthony Hopkins gigioneggia al interno di un personaggio che bene conosce ma a cui non aggiunge nulla di nuovo, Colin Farrell sembra sempre più votato ad essere un attore disposto a tutto e interessato più al cachet che non alla qualità della sua interpretazione, qui è un cattivissimo al limite del ridicolo. Un agente speciale dell'FBI si trova spiazzato di fronte ad una serie di omicidi e decide di chiedere aiuto ad un suo ex - collega in pensione, medico psicanalista e sensitivo. L’uomo, che ha smesso di praticare e si è appartato dal mondo dopo la morte della figlia e la successiva fine del suo matrimonio, non vuole avere niente a che fare con il caso, né usare le sue capacità che considera come una maledizione con cui convivere. Tuttavia quando ha visioni molto violente della giovane collega (interpretata da Katherine Cowles) dell'agente dell'FBI, cambia idea convinto che ciò che gli sta succedendo sia anche una sorta di messaggio personale. Quando i suoi poteri intuitivi lo portano sulle tracce di un sospettato si rende conto che la sua capacità di predire è ben poca cosa di fronte agli straordinari poteri di questo assassino senza pietà che fa fare loro tutto ciò che vuole.