Per chi ha attraversato quella stagione militando del PCI non è facile dare un giudizio sereno su Quando c’era Berlinguer, opera prima del politico e scrittore Walter Veltroni. L’intreccio fra i sentimenti suscitati dai ricordi – fa cui quello del tempo passato – è così forte da rendere difficile uno sguardo distaccato su questa carrellata di immagini di repertorio e testimonianze su l’uomo politico più coerente e innovatore della sinistra italiana.
La prima cosa che si può dire è che il regista è riuscito nel far emergere sentimenti e sensazioni profondamente sepolte nel nostro vissuto. Un secondo dato riguarda la forza dell’analisi storica. Qui qualche dubbio nasce sul modo troppo frettoloso in cui il cineasta – testimone (nel film ci sono varie immagini del regista quando era un giovane dirigente di partito) racconta il passaggio dal fallimento dell’esperienza del compromesso storico (il sequestro e la morte di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse) e il successivo arroccamento su posizioni più barricadiere (il comizio ai cancelli di Mirafiori con l’accettazione della possibilità di un’occupazione operaia della FIAT e la contromossa della marcia dei quarantamila). Sono momenti che, da soli, hanno meritato saggi e riflessioni approfondite e che, in questo caso sono affrontati in maniera troppo sbrigativa. La parte finale è decisamente più lineare e coinvolgente, con i comizi di Genova, Riva Trigoso e Padova. Nel corso di quest’ultimo, cocciutamente portato a termine nonostante l’aneurisma che l’aveva colpito, il leader andò incontro ad una morte in pubblico che commosse tutto il mondo politico italiano e che fu una delle cause - non la sola ma neppure l’unica - dell’enorme folla (oltre un milione di persone) che partecipò ai suoi funerali. In quest’ultima parte il regista giova con forza la carta dell’emozione sincera (Giorgio Napolitano che chiude singhiozzando i suoi ricordi) anche a costo di muovere tasti più viscerali che analitici. Del resto il film si apre con una carrellata di ragazzi che non sanno rispondere alla domanda: chi era Berlinguer? In questo c’è una delle ragioni del film: ricordare ai troppi che hanno dimenticato o non sanno quando serio e lungimirante sia stato il leader del PCI.