Figlio di nessuno (Ničije dete) è il primo lungometraggio del serbo Vuk Ršumović (1975) e parte da una situazione già vista altre volte. Bosnia 1988, alcuni cacciatori trovano casualmente, in mezzo alle montagne, un ragazzo seminudo, vissuto sino a quel momento a contatto con i lupi. Un inizio che cita apertamente uno fra i più famosi film di François Truffaut (1932 – 1984), Il ragazzo selvaggio (L'enfant sauvage, 1969), che a sua volta prendeva spunto da una storia accaduta nel 1800 nella regione francese di Averyon.
Vicenda che ebbe come protagonista il medico ed educatore Jean Marc Gaspard Itard (1775 – 1838), da molti considerato il fondatore della pedagogia speciale. Come in quel caso anche il piccolo bosniaco non parla, è sporco, mangia solo se le cose sono messe sul pavimento e dovrà percorrere un lungo calvario per apprendere i rudimenti del vivere civile e pronunciare qualche parola. Siamo alla vigilia della dissoluzione dello stato jugoslavo; qualche anno dopo le istituzioni assistenziali della neonata Repubblica di Bosnia - Erzegovina (1992) reclameranno all’orfanatrofio di Belgrado la consegna del piccolo selvaggio, ma non sapranno fare di meglio se non vestirlo con una divisa, mettergli in mano un mitra e mandarlo a combattere contro i serbi. L’orrore della guerra è tale che il giovane, appena ne ha l’occasione, fugge dalle trincee e ritorna a vivere nei boschi. Lo sfondo di questa tragedia individuale sono gli orrori della mattanza che ha sconvolto i Balcani con massacri (Sarajevo, Mostar, Srebrenica) di inaudita ferocia, qui citati da un cumulo si cadaveri ammassati in un bosco. La morale è chiara: la ferinità naturale è preferibile alla ferocia degli esseri umani, un discorso che rischia di apparire sin troppo generico mentre dietro il bagno di sangue che ha sconvolto la ex-Jugoslavia c’erano ragioni precise, le radici di alcune della quali affondano negli anni. In questo modo un discorso dai tratti interessati finisce con l’apparire quasi assolutorio nei confronti di tutti i responsabili di quei crimini.