Terence Malik, Palma d’oro al festival di Cannes 2011 con The Tree of Life (L'albero della vita), con To the Wonder (Verso la meraviglia) ritorna su uno dei temi che gli sono cari: l’amore. Tre sono i protagonisti di questa nuova storia: un americano e una francese che s’incontrano in Francia (c’è una lunga sequenza ambientata nella zona del Mont Saint-Michel, il cui monastero era conosciuto un tempo come La Meraviglia) e un sacerdote d’origine spagnola che non sente più la voce di Dio.
La coppia si ama e, con la figlia di lei, ritorna negli Stati Uniti andando a vivere assieme sino a che il visto della donna scade, ma già sono palesati i premi segnali di frattura. Dopo una breve relazione di lui con un’americana che lavora in un ranch e le delusioni che lei incontra nella capitale francese, si rimettono insieme e si sposano. Nel frattempo la ragazzina è ritornata a vivere con il padre. La vita di coppia è un alternarsi di momenti di passione e scontri, anche fisici, una convivenza turbata da un’inquietudine che nella donna assume toni di vera e propria insofferenza. Dopo che lei lo ha tradito con un compagno occasionale e glielo ha confessato, il rapporto si rompe - forse - definitivamente e lei ritorna in Europa. È un testo di taglio nettamente poetico, sorretto da immagini che rasentano la perfezione. Il tema dell’inquietudine e del degrado ambientale, l'uomo è un funzionario addetto al controllo dell’inquinamento industriale, sono tipici di questo regista le cui opere destano sentimenti profondamente contrastanti. E’ uno di quegli autori che alcuni amano follemente, altri detestano in maniera ugualmente netta. Questa sua ultima fatica, arrivata in tempi straordinariamente rapidi – dall’esordio nel 1973 con il mitico La rabbia giovane (Badlands) questo cineasta ha diretto solo sei film, questo compreso. Il testo odierno conferma in ogni sfumatura sia la vena poetica dell'autore, sia riafferma la coerenza del suo lavoro rispetto ad alcuni temi molto precisi: il dolore per la distruzione del mondo, l’analisi pessimistica dei rapporti umani, il silenzio di Dio. Un testo di non facile lettura, quasi privo di dialoghi, che chiede allo spettatore pazienza, complicità e attenzione.