Il Cammino di Santiago di Compostela è il lungo percorso, oltre ottocento chilometri, che sin dal Medioevo i pellegrini intraprendono - passando attraverso Francia e Spagna - per arrivare al santuario di Santiago di Compostela, dove ci sarebbe la tomba dell'Apostolo Giacomo il Maggiore. I percorsi attraverso cui si articola questo viaggio comprendono varie possibilità, una delle quali è il cosiddetto Camino francés (percorso francese) che attraversa Pamplona, Logroño, Burgos e León.
La regista e produttrice americana Lydia Smith ha utilizzato una sua esperienza per realizzare un film, Sei vie per Santiago, su questo tragitto scegliendo sei marciatori in modo da cogliere l’essenza profonda dell’esperienza che non è prevalentemente commerciale, come accade per altri grandi santuari (Lourdes, Fatima), ma soprattutto spirituale. Il mese abbondante che richiede il cammino verso il la grande cattedrale e le settimane aggiuntive necessarie a coprire il centinaio di chilometri sino a Finisterre in Spagna, un tempo considerata la fine del mondo, servono alla regista come una sorta di seduta psicanalitica collettiva a cui partecipano Wayne (65 anni) vedovo da poco che cammina con Jack (73 anni) il prete episcopale che ha celebrato il funerale della moglie, Misa una danese molto sportiva che trova nel canadese William un compagno per la vita, la losangelina Annie che piange per il dolore a un ginocchio e la fatica, il basiliano Sam in piena crisi esistenziale, Tomas che all’inizio era incerto se intraprendere il cannino o fare kite-surfing, Tatiana (26 anni) una fervente religiosa che cammina con il fratello ateo e spinge la carrozzina del figlio Alexis, che di anni ne ha 3 ed è il più giovane della compagnia. Attraverso i rapporti fra questi personaggi l’autrice fa emergere con forza la spiritualità che emana questo percorso, religioso e psicologico a un tempo.