David Yates, regista che ha saputo trarre dai personaggi creati da J.K. Rowling una realtà cinematografica molto interessante, prosegue la sua avventura nel mondo dei maghi e dei babani con la seconda delle, per ora, 5 puntate di questo pre-Harry Potter, che saranno tutte a sua firma e lo impegneranno fino al 2022.
Con Harry Potter e l'Ordine della Fenice (Harry Potter and the Order of the Phoenix, 2007) ha realizzato un’opera davvero interessante confermata dai successivi Harry Potter e il principe mezzosangue (Harry Potter and the Half-Blood Prince, 2009) e Harry Potter e i Doni della Morte parte 1 e parte 2 (Harry Potter and the Deathly Hallows: Part 1 and Part 2, 2010/2011). La prima parte di questa nuova saga aveva bene identificato i vari personaggi: Animali fantastici e dove trovarli (Fantastic Beasts and Where to Find Them, 2016) era la giusta presentazione di un mondo di cui Harry Potter diverrà il protagonista ma che poteva essere goduto e capito anche da chi non avesse visto i vari film con lui protagonista. Qui i toni diventano più duri, le scene più violente, l’avvicinamento al mondo del maghetto, molto più esplicito. La sceneggiatura (scritta dalla stessa J.K. Rowling) pretende che lo spettatore sappia tutto del suo microcosmo con riferimenti mirati che spiazzano chi questo mondo non conosce. Questo spin-off di Harry Potter ci avvicina a temi più adulti, con il mago di Johnny Depp dai toni nazisti e con l’uccisione di un bambino: ogni cosa colpisce l’emotività tanto da rendere sconsigliabile la visione a giovani troppo sensibili. L’intreccio è particolarmente complesso in una spy story ambienta in una Londra pensata per essere uno sfondo perfetto per situazioni particolarmente drammatiche. Il film usa i toni tetri e la splendida fotografia di Philippe Rousselot, a cui era stato affidata anche la prima parte. Veramente un piacevole ritorno tra i grandi attori quello di un Johnny Depp in stato di grazia: il suo Grindelwald – occhio vitreo e capigliatura ossigenata – è un cattivissimo da antologia che riesce ad essere credibile anche in scene fin troppo cariche di effetti visivi. Jude Law è un perfetto Silente e fornisce ulteriore vigore al film che ha il suo cardine nel protagonista Eddie Redmayne. Ventiseienne inglese, è sicuramente uno dei personaggi più interessanti dell’attuale cinema mondiale non solo come attore. Vincitore tre anni orsono dell’Oscar per La teoria del tutto (The Theory of Everything, 2014) di James Marsh e nominato l’anno successivo per The Danish Girl (2015) di Tom Hooper in cui interpretava un transessuale, si è permesso il lusso di farsi fotografare da Playboy in calze a rete, tacchi a spillo e orecchie da coniglietta. Specializzato in personaggi contorti, con il suo Newt Scamander ha conquistato anche il mondo dei ragazzini: è attore completo che rischia di essere uno dei più gettonati anche per i prossimi anni. Nel tentativo di contrastare i piani del mago Grindelwald, che lui non può combattere, Albus Silente recluta il suo ex studente Newt Scamander che accetta di aiutarlo e che dovrà affrontare pericoli mortali. L'amore e la lealtà verranno messi a dura prova anche tra gli amici più stretti e in famiglia, in un mondo magico sempre più minaccioso e diviso, protagonista unico di una realtà in cui spadroneggiano magia bianca e nera.
