Andrey Konchalovskiy ed Elena Kiseleva sono gli sceneggiatori di questo mal riuscito film bibliografico che spesso ha il taglio del melodramma. Dalla collaborazione dei due, sono nati gli ultimi quattro film del regista russo. Belye nochi pochtalyona Alekseya Tryapitsyna (Le notti bianche del postino Alexei Tryapitsyn, 2014) racconta di villaggio isolato dove l’unico collegamento è un postino che si sposta in barca, Paradise (Ray, 2016) che racconta di tre persone di diversa nazionalità e ceto che si incontrano durante la Seconda guerra mondiale, Il peccato - Il furore di Michelangelo (Il peccato, 2019) e Dear Comrades (Cari Compagni) previsto in uscita nel 2020 su cui si hanno giudizi discordanti. Assieme lavorano con soddisfazione (questo dichiarano), ma il risultato finale non è mai esaltante. La vita di Michelangelo è probabilmente il peggiore e nel corso delle sue oltre due ore difficilmente riesce ad interessare. Produzione italiana con una compartecipazione russa di una emittente televisiva ed in prima persona del regista con la Production Center di Andrei Konchalovsky, è girato in italiano, interpretato da buoni attori, fotografato benissimo dal suo fido collaboratore Aleksandr Simonov: quello che manca è una vicenda che coinvolga, un film degno di questo nome. C’è il filo conduttore dei vizi capitali che affliggevano Michelangelo, e questi sono ben delineati, ma la trama è molto frammentaria, priva di logica soprattutto nel finale.
La bellissima location a Carrara, con attori che si esprimono in antico dialetto carrarino, è ben riuscita anche se un po’ difficile da seguire. Per il resto, Konchalovsky sembra essere impegnato più nel unire assieme varie cose che non nel creare un vero e proprio film. Forse il basso budget (15 milioni), il timore di perdere il proprio denaro, il frazionamento tra troppe entità dell’importo, forse i suoi 82 anni hanno limitato la vena del regista. Sta di fatto che si esce perplessi e ci si domanda se con una storia potenzialmente così interessante non si poteva fare di meglio. Convincente Alberto Testone come Michelangelo, ottimo anche Orso Maria Guerrini, bravi ma non bene supportati in generale tutti i professionali interpreti.