Il cliente (Forushande) di Asghar Farhadi, noto anche in Italia come autore dello straordinario Una separazione (Jodaí-e Nadér az Simín, 2011), conferma l’interesse di questo cineasta per la situazione umana e sociale della media borghesia iraniana, in particolare per la condizione delle donne.
Un palazzo di Teheran subisce un cedimento strutturale che costringe allo sgombero quanti vi abitano. Rana ed Emad - lei attrice teatrale, lui insegnate e attore, entrambi impegnati in una messa in scena di Morte di un commesso viaggiatore (Death of a Salesman, 1949) di Arthur Miller (1915 – 2005) – in un primo tempo trovano rifugio in auto, poi in casa dell’immobiliarista che aveva venduto loro l’appartamento, quindi in un attico preso in affitto da uno degli attori della compagnia in cui recitano. La nuova casa ospita ancora alcune cose della vecchia inquilina - una donna che i vicini ritengono di dubbia moralità - che le ha lasciate in una stanza chiusa a chiave. Nonostante i solleciti del padrone lei non passa a ritirale, allora questi sfonda la porta e le accatasta sul tetto. Un giorno mentre Rana sta facendo la doccia qualcuno suona alla porta e lei apre credendo sia il marito. Invece è uno sconosciuto che, eccitato dalla sua nudità, ingaggia con lei una colluttazione da cui la donna esce ferita in modo serio. Emad, d’accordo con alcuni amici e gli altri inquilini del caseggiato, si rifiuta di presentare denuncia sia perché convinto che nulla di buono possa venire dall’azione della polizia, sia per non esporre la moglie al biasimo della gente. Inizia, invece, una sua personale indagine partendo dal camioncino che l’aggressore ha abbandonato nel parcheggio condominiale. In breve scopre che il responsabile del crimine è un anziano venditore ambulante, arrivato nell’appartamento per portare via gli oggetti lasciti dall’altra locataria. A questo punto il marito offeso sequestra il colpevole e gli impone, quale condizione per rimetterlo in libertà, di confessare il reato davanti all’intera famiglia. La storia procede di pari passo con le prove per la messa in scena teatrale, che vede impegnati marito e moglie. Con qualche difficoltà Emad riesce a convocare moglie, figlia e futuro genero dell’aggressore, ma a questo punto è Rana a imporgli di liberarlo senza condizioni, altrimenti il loro matrimonio sarà finito. Il marito accetta ma prima di lasciare andare il sequestrato lo schiaffeggia violentemente. A questo punto il vecchio, già sofferente di cuore, accusa un malore che si rivelerà grave. Al centro del film ci sono il ruolo e i condizionamenti subiti dalle donne in una società autoritaria e maschilista. Il ritratto tracciato dal regista è lineare e del tutto privo di inutili abbellimenti formali, con la macchina da presa che radiografa la situazione quasi senza prendervi parte. Come dire un film molto bello che ha partecipato all’ultimo Festival di Cannes ottenendo il premio per la sceneggiatura e quello per l'interpretazione maschile.