Il film diretto dal tedesco Holger Tapper è l’adattamento cinematografico del romanzo Happy Family scritto dal vincitore dell’Emmy Award David Safier, uscito in Italia con il titolo La mia famiglia e altri orrori: il libro è stato tradotto in 18 lingue e distribuito in più di 40 paesi. Sarebbe un’ottima base per un film che non vuole essere confuso con un’animazione per famiglie, se ogni cosa non rimanesse più nelle intenzioni che non nei risultati finali.
Probabilmente per una certa mancanza di coraggio, i temi sociali sull’emarginazione, le paure che limitano molte scelte, una certa cattiveria di alcuni personaggi sono stati solo accennati, evitando di farli notare troppo. Funziona benino tutta la parte basata sulla commedia brillante, è splendida la base musicale con evergreen e brani appositamente composti per il film cantati con estrema bravura nell’edizione italiana da Carmen Consoli e Max Gazzè, molto curata l’animazione con personaggi bene disegnati e il montaggio è attento. Purtroppo, mancano le occasioni per stupirsi, quantomeno emozionarsi, almeno incuriosirsi. Tutto è scritto, ogni cosa è studiata fin troppo a tavolino non permettendo alla storia di decollare verso un mondo più affascinante e fascinoso. L’horror è più citato che non vissuto, limitando assolutamente le possibilità di divertimento. Il romanzo era pensato per un pubblico maturo, lo share era fissato su di un’età minima di 14 anni. Il tentativo di portarlo ad un livello più elementare ha privato la storia di grinta e di capacità di coinvolgere. L’incontro tra il regista e lo scrittore è avvenuto nel 2010, quando il romanzo, edito nel 2012, non era stato ancora pubblicato. Lo stesso romanziere lo ha poi sceneggiato. C’è da dire che probabilmente gli manca l’esperienza e ha saputo trasformare il suo bel romanzo in un insieme slegato di gag. Hotel Transylvania (2012 e il secondo nel 2015), a cui viene spontaneo paragonare il film, era sì rivolto ad un pubblico infantile, ma non abbassava mai la guardia su di uno stancante buonismo. Una famiglia problematica, con madre riferimento di tutti, è in crisi, non affettiva ma sociale. Il figlio piccolo è troppo intelligente ed è vittima di bullismo, la sorella maggiore vive male l’adolescenza, il padre è sfruttato in ufficio e non conosce il riposo, la madre è proprietaria di una libreria di nicchia che rischia di chiudere. Per Halloween la donna coinvolge tutti in una festa mascherata, ma gli unici che indossano i costumi sono loro e, per di più, si trovano sul palcoscenico dove impongono loro di suonare. Cacciati, subiscono una stregoneria da Baba Yaga a cui, per riottenere la libertà, Dracula aveva chiesto di trasformare la giovane madre in vampira. Per sbaglio trasforma tutti nei personaggi che interpretavano. Dapprima sono disperati, poi uniscono le forze per ritrovare la fattucchiera e tornare come prima, anche se le nuove identità hanno anche lati positivi.