Julio Medem è autore spagnolo che ha la sua cifra stilistica nel melodramma inteso come fonte unica di copiosi pianti. Costruisce molto bene l’intreccio, sceglie validissimi interpreti e riesce sempre ed ottenere lo scopo prefisso. Dopo il debutto nel lungometraggio con un bel film dalla scarna distribuzione – Vacas (1992) – il cinquantottenne regista di San Sebastian ha realizzato solo sette titoli, e tutti che raccontavano storie drammatiche.
E’ soprattutto conosciuto per Gli amanti del circolo polare (Los amantes del Círculo Polar, 1999) e Lucía y el sexo (2001) che ha portato alla notorietà la bellissima Paz Vega. Ma ma - Tutto andrà bene racconta le vicissitudini di una ancora giovane madre che deve affrontare enormi problemi, prove di coraggio in cui sarà costretta a prendere decisioni irreversibili. Viene lasciata dal marito, perde il lavoro e deve accudire il figlioletto, campione in erba di calcio. Le viene diagnosticato un tumore al seno giunto al terzo stadio e lei, ovviamente rischia di crollare psicologicamente. Questo è l’inizio, con tanto di TAC ripresa in maniera magistrale per dare forti emozioni allo spettatore, potenziale fruitore di un esame legato a momenti difficili della propria vita. Il regista conosce bene il mestiere, ma non riesce mai a convincere in maniera completa. Fa commuovere, porta quasi ad uno stato depressivo lo spettatore per poi donare, quasi sempre, un finale di speranza. Il suo problema è che tende ad esagerare, scrive e realizza troppo il che rende tragicomici film che, invece, potrebbero essere giudicati completamente positivi. Dopo il mediocre Habitación en Roma (Appartamento o Roma, 2010) non distribuito nel nostro paese e che tra gli interpreti aveva Enrico Lo Verso, ha diretto l’episodio La tentación de Cecilia per 7 days in Havana (7 días en La Habana, 2012) apparso in Italia come una meteora. Grazie alla sceneggiatura scritta per questo film e rimasta in un cassetto per anni, è tornato dietro la macchina da presa. La sua fortuna è stata che l’amica Penelope Cruz, dopo averla letta, abbia accettato di produrla e di interpretarla. La sua prova attoriale è maiuscola, riesce a raccontare da dentro i drammi di una donna dalla sofferta vita, dalla paventata fine dell’avventura terrena. Morte di un amore, amore per il figlio, perdita del lavoro, forza di carattere, scoperta di essere gravemente malata, incontro con un talent scout del Real Madrid e nuova serenità, difficoltà a reggere le prove della vita, annuncio che è in attesa di una bimba. In questo alternarsi di brutte e belle notizie è il film, il suo pregio ed il suo difetto. Se l’autore cercasse la collaborazione con un altro sceneggiatore, probabilmente potrebbe trovare un equilibrio nel suo pur interessante melò in cui evitare quelle scene che suonano come un’inutile forzatura.