Il programma oil for food (letteralmente petrolio in cambio di cibo) fu in campo dal 1995 al 2003 ad opera delle Nazioni Unite e rappresentò un tentativo, maldestro e foriero di grani opportunità di corruttive, messo in campo dall’ONU all’indomani dell'invasione del Kuwait da parte dell’esercito di Saddam Hussein per alleviare le sofferenze del popolo durante il periodo delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti dopo la prima guerra del golfo.
Giochi di potere del regista danese Per Fly nasce dall’autobiografia di Michael Soussan: Backstabbing for Beginners: My Crash Course in International Diplomacy (2008) e racconta di un giovane diplomatico danese assunto alle dipendenze del sottosegretario delle Nazioni Unite, Pasha, e delle sue esperienze in Iraq in quegli anni. Il taglio è quello che già abbiamo incontrato in decine di film americani che ripercorrono fatti di cronaca con, in meno, un preciso approccio al clima dei quei giorni. È un film di forte impatto emotivo, ma in cui gli intrighi e i colpi di scena fanno premio sull’analisi politica e sociale. Lo storia raccontata è avvincente e svela non pochi scheletri che popolano gli armadi del grande consesso internazionale. Questo è il principale merito, e non è cosa da poco per un film che preferisce la ricostruzione dei fatti all’analisi. A questo proposito di notino le carenti motivazioni sul conflitto fra il dittatore iracheno e quella parte del popolo curdo che ha avuto la sfortuna di abitare nelle regioni sottoposte al controllo di Bagdad. Potrebbe sembrare una carenza da poco, visto che stiamo parlando di un film e non di un saggio storico, ma basta a individuale la predilezione del cineasta per la denuncia superficiale a scapito di un’analisi approfondita. In ogni caso meglio il poco che il nulla.