Il grande regista Wong Kar Wai ha impiegato anni a realizzare il suo film di kung fu che, in realtà, è più una classica love story in cui le arti marziali donano solo lo sfondo e momenti spettacolarmente perfetti con splendidi duelli mossi dalle coreografie di Yuen Wo Ping, creatore delle stesse magie per Matrix (1999) di Lana e Andy Wachowski e Kill Bill (2003) di Quentin Tarantino. Ancora più interessanti sono le atmosfere dolcemente rarefatte create dalla bravura degli scenografi William Chang e Wai Ming Alfred Yau e, soprattutto, dal direttore di fotografia e creativo parigino Philippe Le Sourd, noto soprattutto nel mondo della pubblicità e della musica.
Tra le sue esperienze si annovera la collaborazione con Ridley Scott per uno spot televisivo per Prada, co-diretto dalla figlia di Scott, Jordan: con lei ha lavorato ancora su un progetto per la Renault ma è stato anche autore in toto di spot per Nike, Nissan, Christian Dior, Mercedes, Target, Lancome, Disney, Infinity, Lexus e Smirnoff. A chi ha chiesto a Wong Kar Wai perché aveva fatto questa scelta, lui ha risposto che l’arte bisogna prenderla dov’è. La fiducia riposta dal regista cinese in lui è stata ampiamente ripagata da immagini in cui il rallenty per le scene d’azione, un colore virato al bianco e nero, la poesia delle scene con la neve creano le giuste atmosfere. Otto anni di preparazione per creare una perfezione visiva che, a tratti, preclude l’interesse per quanto narrato: siamo di fronte ad un’opera d’arte in cui sfuggono i veri valori, la ragione di esistere. La bravura di due ottimi protagonisti come Tony Leung e Ziyi Zhang dona interiorità al rapporto di innamorati a cui la vita preclude la possibilità di essere felici, il ben scelto cast di comprimari offre un minimo di spessore ad una sceneggiatura spesso poco coerente. Si ha l’impressione che il film sia stato ridotto di lunghezza senza volere rinunciare a nulla di una storia che dura decenni e che racchiude drammi sociali di grande intensità, che forse doveva durare almeno il doppio. L’opera, comunque, è interessante da vedere ma, sicuramente, non è il film per cui Kar Wai Wong verrà ricordato dai posteri. Durante l’invasione giapponese della Cina il grande maestro di arti marziali Gong Baosen (il suo più noto allievo fu Bruce Lee) giunge a Foshan e incontra uomo ricco e colto che pratica il kung fu per passione. Tra la figlia del maestro, unica a conoscere l’imbattibile tecnica paterna, e l’uomo sboccia un amore rimasto platonico a causa della seconda guerra mondiale, della guerra civile, del distacco dalla Cina di Hong Kong.