Cosa piove dal cielo?, in originale Un racconto cinese (Un Cuento Chino), dell’argentino Sebastián Borensztein, uomo di spettacolo di lunga esperienza soprattutto televisiva, è un film piacevole e intelligente che mescola alla perfezione ironia e malinconia, accenni politici e acute notazioni psicologiche, il tutto al servizio di una storia dal prevedibile lieto fine, ma di andamento tutt’altro che banale. Roberto è il solitario proprietario di un negozietto di ferramenta alla periferia di Buenos Aires. Ha un carattere ruvido e una vita solitaria segnata da mille manie: va a dormire allo scoccare delle 11 di sera, colleziona storie strane ritagliate da vecchi giornali, verifica ossessivamente se le scatole di viti e chiodi che riceve dal grossista contengono esattamente il numero di pezzi indicati sull’etichetta (ce ne sono sempre di meno!), mangia sempre le stesse cose e porta gli stessi fiori, ogni due settimane, sulla tomba dei genitori. La sua scontrosità nasce dalle ferite morali patite durante la terribile guerra delle Falkland (in spagnolo: Malvinas) combattuta dal marzo al giugno 1982 degli eserciti britannico e argentino che costò ai due eserciti quasi mille morti e oltre duemila feriti.
Lui ha preso parte a quel conflitto subendo gravi traumi, non ultimi quelli riservati in patria ai militari sconfitti. Ora vive chiuso in se stesso, diffidando di tutti e coltivando la memoria dei genitori, soprattutto del padre, un comunista italiano emigrato in cerca di migliori condizioni di vita. Un giorno, mentre sta seguendo un’altra delle sue passioni, guardare gli aerei che partono e atterrano, incontra un giovane cinese che non conosce una parola di spagnolo e ha tatuato sul braccio un indirizzo di Buenos Aires. Impietosito lo accompagna in quel luogo, un negozio di generi alimentari il cui proprietario attuale lo ha comprato da un cinese che, con qualche sforzo, si scopre essere lo zio del giovane. Dopo aver tentato invano di ottenere aiuto dalla polizia e dall’ambasciata cinese se lo porta a casa. Inizia in questo modo la convivenza difficile sino al lieto fine in cui il ragazzo, che è stato vittima di uno dei fatti curiosicollezionati dal ferramenta, ritrova il parente e il commerciante si apre un po’ più al mondo simboleggiato nelle accoglienti braccia della ragazza che l’ha sempre amato. E’ un film psicologico, giocato sulla descrizione di due caratteri - quello scontroso e maniaco cui da vita Ricardo Darín è disegnato in maniera perfetta - inconsapevolmente legati da destini avversi. Un film lieve e preciso, piacevole e misuratamente sentimentale.
