Uberto Pasolini è un italiano trapiantato a Londra. Lontano parente di Luchino Visconti, si è mosso nel mondo del cinema ottenendo ottimi risultati. Come produttore ha realizzato una serie televisiva e ben otto film, uno dei quali, Full Monty - Squattrinati organizzati (The Full Monty, 1997) di Peter Cattaneo, ha ottenuto un grande successo. Con Still Life è alla seconda regia dopo l’interessante, ma debole, Machan - La vera storia di una falsa squadra (Machan, 2008).
Va detto subito che ha centrato il bersaglio con un’opera precisa, commuovente ricca di possibilità di lettura di secondo e terzo grado. Il film ha vinto ben quattro premi all’ultima Mostra di Venezia, ove è stato programmato nella sezione Orizzonti e racconta alcune giornate di un grigio, ma scrupoloso e umanissimo impiegato di uno dei tanti municipi che compongono la Grande Londra. John May – magistrale l’interpretazione di Eddie Marsan - è il solo addetto all’ufficio incaricato di rintracciare i parenti e dare sepoltura a coloro che sono morti in solitudine. Lui svolge il suo lavoro con meticolosità e grande attenzione umana anche perché lui stesso appartiene alla categoria di coloro che vivono in soli. In questo la sequenza del suo pasto serale a base di rigorose geometria degli oggetti sulla tavola e di tonno in scatola dà più informazioni e strazio di un intero saggio sociologico. Tuttavia i tempi sono cambiati e non consentono più simili sprechi. Improvvisamente il suo giovane e aitante superiore, che arriva in ufficio alla guida di una lussuosa auto tedesca, gli comunica che il suo ufficio è stato soppresso perché è un ramo secco e lui licenziato. A stento gli sono concessi ancora alcuni giorni di lavoro e, trascorsi quelli, gli si permette di continuare le ricerche dell’ultimo caso che ha per le mani, quello di un ex paracadutista che, dopo il trauma della guerra delle Falkland – Malvine, ha imboccato la discesa nel gorgo dell’alcol finendo solo, in un appartamento ridotto a deposito d’immondizie. Il funzionario comunale ritrova la figlia del poveretto e sta per intrecciare una storia sentimentale con lei quando muore travolto da un autobus. Sarà sepolto in totale solitudine in un terreno per poveri, mentre lì accanto si celebrano, sulla tomba che lui ha regalato all’ex militare, le esequie dell’altro morto, una sepoltura a cui partecipano tutte le persone che lui aveva contattano. E’ un film commuovente e ricco di significati, uno dei principali è la denuncia, sussurrata ma ferma, dei guasti causati da una società che ha perso ogni contatto con i sentimenti umani e conosce solo le ragioni dei soldi.
