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Triage ··
Danis Tanovic è uno di quegli autori il cui prestigio rischia di rimanere legato al film d’esordio, nel caso specifico No Man’s Land – Terra di nessuno (No Man’s Land, 2002), vincitore del premio Oscar quale miglior film in lingua non inglese e la Palma per la migliore scheggiatura al festival di Cannes. Da quest’opera, inoltre, Sandro Veronesi ha tratto un testo teatrale dallo stesso titolo. Dopo quell’esordio folgorante il regista, che aveva alle spalle una corposa esperienza di documentarista sulla guerra bosniaca, ha firmato una voce del film collettivo 11 settembre 2001 (11’ 09’ 01, 2002), in cui si tenta di legare la tragedia delle torri gemelle agli orrori della guerra che dissolse l’ex – Iugoslavia, e un testo poco riuscito tratto da una sceneggiatura di Krzysztof Kieslowski che, prima di morire l’aveva pensata come parte di una trilogia dedicata all’opera di Dante Alighieri (1265 – 1321).

La sua terza fatica, Triage (in francese smistamento, termine tecnico con cui s’indica l’operazione preliminare con cui è valutato chi ha bisogno delle cure al Pronto Soccorso), non cambia la sostanza delle cose, in un certo senso le peggiora. Due fotografi di guerra - amici per la pelle, ma di diversa impostazione estetico - morale della professione - vanno in Curdistan per trarne immagini della guerra curdo – irakena. Accolti dalla guerriglia, assistono a orrori di uni tipo, il peggiore dei quali è l’esecuzione sommaria, da parte di un medico, dei ferriti che non è possibile curare. Dopo aver documentato un’imboscata particolarmente cruenta, uno decide di ritornare alla base a piedi, l’altro lo segue anche se malvolentieri. Durante il cammino incappano in un bombardamento e, quello che voleva assolutamente ritornare a casa per assistere alla nascita del figlio, perde le gambe. L’altro cerca di portarlo a spalla, ma, dopo poco, deve lasciarlo morire. Il superstite, ritornato in Irlanda, non riesce a superare il trauma e ne uscirà solo grazie alle cure di un vecchio psichiatra spagnolo, già medico di torturatori e assassini franchisti. Il film ha un andamento stilisticamente e tematicamente banale, motiva malamente l’intera vicenda e la racconta in modo piatto, approdando a una sorta di mini colpo di scena abbondantemente prevedibile. Un ostacolo in più arriva dagli interpreti utilizzati, un ensemble in cui svetta Colin Farrell convinto che barba lunga e capelli disordinati siano il massimo segno di nevrosi, una Paz Vega statutariamente inespressiva e Christopher Lee che sembra l’unico interessato, senza troppo riuscirci, a dare un significato al suo personaggio.

valutazione: 1 2 3 4 5

Titolo originale: Triage; regia: Danis Tanovic; soggetto dal racconto Reporter di guerra (Triage, 1998); sceneggiatura: Danis Tanovic; interpreti: Sandra Ni Bhroin, Branko Djuric, Nick Dunning, Myia Elliott, Colin Farrell, Gail Fitzpatrick, Christopher Lee, Ian McElhinney, Kelly Reilly, Reece Ritchie, Jamie Sives, Juliet Stevenson, Paz Vega, Eileen Walsh; produttori: Tim Baish, Marc Baschet, Mariela Besuievski, Colin Farrell, Simon Fawcett, Tim Haslam, Cédomir Kolar, Alan Moloney, Patrick O'Donoghue; musica: Lucio Godoy; fotografia: Seamus Deasy; montaggio: Francesca Calvelli, Gareth Young; ricerca attori: Nina Gold; scenografia: Derek Wallace; direzione artistica: Michael Higgins; costumi: Lorna Marie Mugan; società produttrici: Parallel Film Productions, Asap Films, Freeform Spain, Tornasol Films, Aramid Entertainment Fund, Irish Film Board; nazionalità: Irlanda / Spagna / Belgio / Francia; anno di edizione: 2009; durata: 99 min.


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