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Cheri ··· Cheri ··· Hot

Cheri ···
Sidonie-Gabrielle Colette (1873 – 1954), in arte semplicemente Colette, è stata una delle più prolifiche e multiformi protagoniste dalla cultura francese fra l’inizio del novecento e la seconda guerra mondiale. Romanziera, drammaturgo, imprenditrice, critico musicale, teatrale e cinematografico, attrice disinibita che non temeva di calcare la scena completamente nuda in un’epoca in cui questo destava scandalo e ire censorie. La sua produzione letteraria, per lungo tempo scippatagli dal primo marito Henri Gauthier-Villars (1859 - 1931), fu copiosa ed ebbe grande successo. La sua vita privata è stata notevolmente turbolenta, ha avuto relazioni con ambo i sessi e amore, lei quarantasettenne, con un diciassettenne, figlio di primo letto del suo secondo marito, Henry de Jouvenel. A questo legame scandaloso si ispirano i due romanzi Cheri (1920) e La fine di Chéri (La fin de Chéri, 1926) da cui Stephen Frears ha tratto il film Cheri.

 

La vicenda ruota attorno all’amore di una matura mantenuta, diventata ricca con il sudore che cola fra le lenzuola, per il figlio diciannovenne di una collega, ancor più abbiente e cinica. La sua passione ha per oggetto un giovane uomo che lei ha visto crescere e che ha quasi tenuto a balia. Il regista inglese, forse, aveva in animo di ripetere, a distanza di una ventina d’anni, la riuscita operazione alla base de Le relazioni pericolose (Dangerous Liaisons, 1988), usando ancora una volta una splendida attrice, il medesimo sceneggiatore, Christopher Hampton, e partendo da testi letterari ugualmente famosi, là il libro epistolare di Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos (1741 – 1803), qui i due volumi di Colette. Operazione riuscita molto parzialmente poiché il film non costruisce alcun discorso su un mondo in dissoluzione, né indaga a fondo un amore contrario ai canoni perbenisti, ma organizza solo l’illustrazione, scenograficamente ricca, di un paio di testi letterari che fanno riferimento a un’epoca più citata che rappresentata o interpretata. A questo si aggiunga l’insopportabilità della voce fiori campo, nell’originale dello stesso regista, che accorcia eventi che, sulla pagina, si distendono su quasi un decennio, dal 1912 al primo dopoguerra. E’ un film freddo nella concezione, decorativo nell’esecuzione, privo di un reale slancio narrativo. Unica nota positiva l’interpretazione di Michelle Pfeiffer che qui si conferma grandissima attrice.

valutazione: 1 234 5

Regia: Stephen Frears; soggetto dai romanzi Chéri (1920) e La fine di Chéri (La fin de Chéri, 1926) di Sidonie-Gabrielle Colette (1873 – 1954), sceneggiatura: Christopher Hampton; interpreti: Michelle Pfeiffer, Kathy Bates, Rupert Friend, Felicity Jones, Frances Tomelty, Anita Pallenberg, Harriet Walter, Iben Hjejle, Bette Bourne, Gaye Brown, Tom Burke, Natasha Cashman, Andras Hamori, Toby Kebbell, Nichola McAuliffe, Joe Sheridan, Hubert Tellegen, Jack Walker, Rollo Weeks, Stephen Frears (voce narrante); produttori: Raphaël Benoliel, Simon Fawcett, Marco Gilles, Bastian Griese, Andras Hamori, Christopher Hampton, François Ivernel, Bill Kenwright, Jessica Lange, Daniel Mann, Cameron McCracken, Thom Mount, Ralf Schmitz, Tracey Seaward, Richard Temple; musica: Alexandre Desplat; fotografia: Darius Khondji; montaggio: Lucia Zucchetti; ricerca attori: Victoria Thomas; scenografia: Alan MacDonald; direzione artistica: Denis Schnegg; arredamento: Judy Farr, Véronique Melery; costumi: Consolata Boyle; società produttrici: Miramax Films, Pathé, UK Film Council, Aramid Entertainment Fund, MMC Independent, Filmstiftung Nordrhein-Westfalen, Deutsche Filmförderfonds (DFFF),Tiggy Films, Bill Kenwright Films, Reliant Pictures, Cheri Productions, Firstep Productions; nazionalità: Gran Bretagna / Francia 7 Germania; anno di edizione: 2009; durata: 100 min.

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