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Piede di Dio ·· Piede di Dio ·· Hot

Piede di Dio ··
Il giovane cinema italiano non riesce ad affrancarsi da un fastidioso minimalismo che ne inquina portata e stile. E' colpa, in primo luogo, di una pressante dipendenza dalla televisione, sia privata (Mediaset – Medusa) che pubblica (Rai – O1). Una vocazione al sommesso che si traduce in osservazioni improduttive del proprio ombelico, relega il modo di raccontare in un’infinita serie di primi e primissimi piani, ossifica sino al semplicismo più fastidioso la portata degli argomenti trattati, anche quando riguardino temi di grande, drammatico respiro. Si prenda, ad esempio, Piede di Dio, opera d’esordio di Luigi Sardiello. Il titolo fa riferimento alla mano de Dios (mano di Dio) come fu etichettato il gol, erroneamente convalidato dall’arbitro, segnato da Diego Armando Maradona (1960) contro la nazionale inglese ai campionati del mondo del 1986.

 

Elia vive con la madre nubile in una piccola città del meridione d’Italia, ha doti eccezionali di tiro e palleggio, ma il cervello di un bimbo di pochi anni. Un giorno capita da quelle parti un ex giocatore diventato talent scout per conto d’importanti club di serie A, vede il giovane e intuisce che può farne un campione nonostante l’handicap mentale. I due partono verso la capitale alla ricerca di un provino che riveli le doti del ragazzo, un viaggio che si rivelerà fallimentare anche perché il promettente giocatore non ha alcuna intenzione di confrontarsi con una professione dura, corrotta, segnata da un insopportabile arrivismo. Non resta allora che ritornare al paesello, convinti che il vero calcio, quello appassionante e davvero sportivo, si gioca su campetti polverosi o su spiagge assolate. Tutto intorno ci sono accenni, il film è ambientato nel 2006, allo scandalo calciopoli, con il seguito d’indagini, denunce di corruzione, spionaggio telefonico e compravendita di arbitri. E’ questa incertezza fra la denuncia ad ampio respiro e il quadretto psicologico a far deragliare un film cui non basta la volenterosa interpretazione di Emilio Solfrizzi.

valutazione: 1 2 3 4 5

Regia: Luigi Sardiello; sceneggiatura: Luigi Sardiello; interpreti: Elena Bouryka, Antonio Catania, Paolo Gasparinim; Gaetano Gentile, Luis Molteni, Filippo Pucillo, Guido Quintozzi, Rosaria Russo, Emilio Solfrizzi, Antonio Stornaiolo; produttore: Enzo Porcelli; musica: Andrea Terrinoni; fotografia: Tommaso Borgstrom; montaggio: Bruno Sarandrea; costumi: Grazia Colombini; società produttrice: ACHAB Film; nazionalità: Italia; anno di edizione: 2009; durata: 106 min.

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