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Riunione di famiglia ··

Non sono pochi i critici che hanno considerato il manifesto teorico Dogma (Dogme 95), detto anche del voto di castità, poco più che una felice intuizione pubblicitaria per attrarre l’attenzione su una cinematografia, quella danese, in crisi di richiamo. Il documento fu presentato a Copenaghen lunedì 13 marzo 1995 in forma di decalogo di condotta per i registi puri e portava le firme, fra gli altri, di Lars von Trier, Kristian Levring e Søren Kragh-Jacobsen. Fra i sottoscrittori c’era anche Thomas Vinterberg che nel 1998 ottenne un discreto successo di pubblico con Fasten, film coronato con il premio della giuria al 51° festival di Cannes.

Già all’epoca molti notarono come questa e altre opere, pur formalmente ispirate al movimento Dogma, ne rispettassero solo in parte i canoni, a iniziare da quello che prescriveva di non utilizzare la musica quale rafforzamento del racconto, ma di usarla solo quando nella sequenza vi era qualcuno che suonava o una radio che la trasmetteva. La conferma dello scarso rispetto per il decalogo viene da questo Riunione di famiglia- Festen: il lato comico. Il film prosegue il discorso dell'opera di dieci anni prima, a iniziare dal fulcro della storia: un pranzo ufficiale – là c’era una ricorrenza familiare, qui c’è la cerimonia per la celebrazione del 750mo anniversario di fondazione di un piccolo borgo danese – che fa detonare contrasti, odi, conflitti da qualche tempo nascosti con relativa esposizione di scheletri gelosamente custoditi nel fondo degli armadi. Il filo conduttore principale ha carattere sessuale e prevede padri che non sanno di avere figli e fanno l’amore con le promesse spose dei rampolli, madri lesbiche, ragazze speranzose d’accasarsi che vanno in bianco. Per la verità si ha l’impressione che, più che al movimento Dogma, il regista s’ispiri, con buona dose di superficialità e scarsa vena, a quel capolavoro di levità e malinconia che è Sorrisi di una notte d’estate (Sommarnattens Leende, 1955) di Ingmar Bergman. Un obiettivo clamorosamente fallito, tanto inconcludente, prevedibile, moralista è il film di oggi.

valutazione: 1 23 4 5

Titolo originale: En mand kommer hjem (Un uomo ritorna a casa); regia: Thomas Vinterberg; sceneggiatura: Morten Kaufmann, Mogens Rukov, Thomas Vinterberg;interpreti: Brigitte Christensen, Morten Grunwald, Ulla Henningsen, Paw Henriksen, Thomas Bo Larsen, Oliver Møller-Knauer, Karen-Lise Mynster, Helene Reingaard Neumann, Ronja Mannov Olesen, Shanti Roney, Lotta Tejle (as Lotta Telje); produttori: Morten Kaufmann, Moa Westeson; musica: Johan Söderqvist; fotografia: Anthony Dod Mantle; montaggio: Søren B. Ebbe, Valdís Óskarsdóttir; ricerca attori: Tine Sætter-Lassen; scenografia: Morten Isbrand, Anja Wessel; direzione artistica: Magnus Kasting, Manudela Riger-Kusk; costumi: Anne Mette Trolle; società produttrici: Breidablick Film AB, Nimbus Film Productions; nazionalità: Danimarca / Svezia; anno di edizione: 2007; durata: 96 min.

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