Vede e rivede il film, ne manda a memoria i dialoghi, si confeziona un vestito bianco che è la copia esatta di quello visto nella sequenza del ballo finale. Il tutto per mettere in scena uno spettacolino, da recitarsi in uno spazio ricavato in una sala della miserabile pensione in cui vive, alloggio gestito da una matura signora, sessualmente ancora vogliosa. In questo microcosmo, in cui s'intrecciano sesso e speranze destinate inevitabilmente a essere deluse, il protagonista consuma i suoi sogni di gloria e, per realizzarli, non si ferma davanti a nulla: uccide, ruba, sfrutta le donne che lo contornano. Il tutto sino alla delusione finale, che segna la sua sconfitta nel corso di un becero spettacolo televisivo per imitatori. Ciò che gli resta è solo la prospettiva di cadere nelle mani di quei poliziotti macellai la cui violenza ha già avuto modo di osservare. In poche parole siamo alla presenza di un'opera che mescola mirabilmente storia individuale e metafora sociale. Questassassino sognatore è il simbolo di un paese in preda della tirannia e privato di ogni speranza ed è, nello stesso tempo, il prodotto di una dominazione culturale, quella nordamericana, che distrugge ogni forma di originalità nazionale, condiziona qualsiasi creatività asservendola a miti importati dall'esterno e industrialmente confezionati. In questo modo il film raggiunge uno spessore straordinario e segnala un regista da cui è legittimo attendersi molto.
Regia: Pablo Larrain; sceneggiatura: Alfredo Castro, Pablo Larrain, Mateo Iribarren; interpreti: Alfredo Castro, Paola Lattus, Héctor Morales, Amparo Noguera, Elsa Poblete; produttore: Juan de Dios Larraín; fotografia: Sergio Armstrong; montaggio: Andrea Chignoli; scenografia: Polin Garbizu; societò produttrici: Fabula Productions, Prodigital; nazionalità: Cile / Brasile; anno di edizione: 2008; durata: 98 min.