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Il bambino con il pigiama a righe ··· Il bambino con il pigiama a righe ··· Hot

Il bambino con il pigiama a righe ···

Una volta il regista polacco Andrzej Wajda parlando del suo film L'uomo di marmo (Człowiek z marmuru, 1976) disse: non è un bel film e, probabilmente, fra qualche anno sarà dimenticato, ma è ciò che moralmente doveva fare oggi un intellettuale impegnato nella vita della sua società. La frase c’è tornata alla mente vedendo Il bambino con il pigiama a righe (The Boy in the Striped Pyjamas) dell’inglese Mark Herman un film che doveva essere fatto per impegno civile, ma che fra qualche mese chi l’ha visto ricorderà solo vagamente. In Germania, all’inizio degli anni quaranta, l’ufficiale delle SS incaricato di dirigere un campo di sterminio si trasferisce con la famiglia in una villa poco distante dal forno crematorio. I figli, un ragazzo di nove anni e la sorella di poco più vecchia, sia annoiano e non hanno quasi nulla da fare.

Un giorno, nell’esplorare i dintorni, il ragazzino incontra un piccolo ebreo che si è nascosto vicino al reticolato che delimita il campo. Fra i due bimbi nasce, spontanea un’amicizia fatta di giochi e curiosità per il mondo che li circonda al punto che, per aiutare il nuovo amico, il figlio del gerarca entra di soppiatto nel lager e finisce in una camera a gas assieme al nuovo amico. Il film ha un taglio nettamente televisivo, pullula d’inverosimiglianze e approssimazioni (la festa per la promozione del nazista è animata da un cantante che canta in inglese!) è tanto generoso nelle intenzioni quanto grossolano nello stile e nullo sul versante dell’invenzione narrativa. I personaggi sembrano tagliati con l’accetta e presi di peso da un catalogo degli stereotipi cinematografici. Ci sono il padre fanatico, la nonna antinazista, il suocero filo hitleriano, la moglie che va in crisi quando scopre il vero scopo del lavoro del marito, cosa abbastanza incredibile per la moglie di un alto ufficiale nella Germania di quegli anni. I bimbi sono debitamente candidi e angelici, gli adulti feroci e legnosi. In poche parole è un film da vedere per spirito civico e da dimenticare senza rimpianti.

valutazione: 1 23 4 5

Regia: Mark Herman; testo dal racconto omonimo di John Boyne (1971) pubblicato nel 2006; sceneggiatura: Mark Herman; interpreti: Asa Butterfield, Zac Mattoon O'Brien, Domonkos Németh, Henry Kingsmill, Vera Farmiga, Cara Horgan, Zsuzsa Holl, Amber Beattie, László Áron, David Thewlis, Richard Johnson, Sheila Hancock, Iván Verebély, Béla Fesztbaum, Attila Egyed, Rupert Friend, David Hayman, Jim Norton, Jack Scanlon, László Nádasi; produttori: Rosie Alison, Mark Herman, David Heyman, Péter Miskolczi, Mary Richards, Gábor Váradi; musica: James Horner; fotografia: Benoît Delhomme; montaggio: Michael Ellis; ricerca attori: Leo Davis, Pippa Hall; scenografia: Martin Childs; direzione artistica: Mónika Esztán, Rod McLean, Razvan Radu, Szilvia Ritter; arredamento: Gábor Nagy; costumi: Natalie Ward; società produttrici: BBC Films, Heyday Films, Miramax Films; nazionalità: Gran Bretagna / USA; anno di edizione: 2008; durata: 94 min.

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