The Millionaire ··· Hot

The Millionaire (Slumdog Millionaire) è l’ultima fatica del regista inglese Danny Boyle, noto per avere diretto film come Piccoli omicidi tra amici (Shallow Gravet, 1995) e Trainspotting (1996). Interamente ambientato a Mumbai (Bombey), in India, con l’obiettivo di fondere il classico cinema di quel pese (Bollywood) con quello di ispirazione giovanile occidentale, il film racconta la storia di un poveraccio, orfano nato in una baraccopoli, innamorato sin dall’infanzia di una coetanea avviata alla prostituzione da un malfattore che controlla buona parte dello sviluppo edilizio della città. Per ritrovare l’amata decide di partecipare ad un gioco televisivo, visto anche da noi, che s’intitola Chi vuole diventare milionario? e che deriva direttamente dal vecchio Lascia o raddoppia? in cui arriva a vincere 20 milioni di rupie, circa 306 mila euro.

Perseguitato da un presentatore odioso e cialtrone, finisce nella camera di tortura in una stazione di polizia, maltrattato perché confessi con quali aiuti è riuscito a rispondere con esattezza alle domande che gli sono state poste. Fra botte, quasi annegamenti, scariche elettriche – il film in pratica è un lungo flash back – racconta ai poliziotti come le risposte gli siano venute dall’esperienza di strada, siano frutto degli orrori che ha dovuto fronteggiare. Il film ha un ritmo forte, pencola più sul versante del cinema occidentale che non su quello del film indiano, racconta una storia a suo modo avvincente con un tono drammatico alto. E’ in qualche modo il ritratto dell’altra faccia di un miracolo economico che si nutre di emarginazione, miseria, illegalità e violenze diffuse. La regia è abile ed attenta a cancellare ogni pur minimo sospetto di noia, dipana un copione, se si vuole, banale e visto migliaia di volte, ma lo fa con ingredienti scenografici e ambientali di prima mano. Un po’ come capita al migliore cinema hollywoodiano che racconta spesso le stesse storie rivestendole in modo che sembrino nuove. Un buon film astuto quanto basta, ma ancor più intelligente e piacevole.