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Come Dio comanda ··· Come Dio comanda ··· Hot

Come Dio comanda ···

Come Dio Comanda segna il secondo incontro tra Gabriele Salvatores (1950) e Nicolò Ammaniti (1966) dopo Io non ho paura, scritto dal secondo nel 2001 e trasformato in film dal primo due anni dopo. Un sodalizio che trova un punto in comune nell’esplorazione dei lati oscuri dell’animo umano, qui tradotti nel rapporto ambiguo e violento fra padre e figlio. Rino Zena vive con il figlio Cristiano, la moglie se n’è andata dopo la morte di un’altra figlia, in un paesino nel nord dell’Italia, più precisamente in una provincia del Friuli Venezia Giulia che è poco più di un susseguirsi di capannoni, casette a schiera, centri acquisti. La loro casa è quasi un deposito di rifiuti, quanto permettono i denari guadagnati con i lavori saltuari del padre che odia neri, immigrati, ebrei, si è tatuato su un braccio il simbolo di un movimento di estrema destra e ha disegnato una svastica sul muro della stanza da letto.

Il figlio conduce un’esistenza cupa, isolato dai compagni di scuola, adora e teme il padre manesco e autoritario. Quattro Formaggi è il loro solo amico (il soprannome gli deriva dal fatto di nutrirsi quasi esclusivamente di questo tipo di pizza), un poveraccio rimasto minorato dopo un incidente sul lavoro e che sta costruendo un enorme presepe con le cose che trova nell’immondizia. Questo poveretto si è innamorato di una pornodiva che crede di riconoscere in una ragazzina, compagna di scuola di Cristiano. Nel tentativo di fare l’amore con lei la uccide, poi chiede aiuto a Rino che, proprio mentre è sul luogo del delitto, è colpito da un ictus e finisce in coma, amorevolmente assistito dal figlio, mentre l’amico assassino si uccide. Il regista e lo scrittore, che ha collaborato alla sceneggiatura, hanno notevolmente modificato il libro, tagliando l’intera parte dedicata alla progettazione di una rapina in banca e rimaneggiando il finale in modo da illuminarlo con un filo di speranza, cosa del tutto prevedibile quando a produrre è la RAI. Il film, così trasformato, perde buona parte dell’umore acre, pessimista, cupo che percorre la pagina scritta, tanto che la sequenza migliore è proprio quella iniziale, quando il padre sveglia il figlio in piena notte per mandarlo a uccidere un cane che abbaia. Un altro punto di forza è nel brano dell’omicidio, girato sotto una pioggia battente in un bosco quasi buio. Sono questi i momenti in cui i legami fra film e romanzo si fanno più stretti e sono anche quelli in cui la disperata esistenza dei personaggi è meglio definita. In altre parole, è un film non omogeneo ma ricco di spunti felici, un quadro psicologicamente rapsodico e con sprazzi di verità inquietanti.

valutazione: 1 23 4 5

Regia: Gabriele Salvatores; tratto dal libro omonimo di Niccolò Ammaniti; sceneggiatura; Niccolò Ammaniti, Antonio Manzini, Gabriele Salvatores; interpreti: Filippo Timi, Elio Germano, Alvaro Caleca, Angelica Leo, Fabio De Luigi, Linda Bobbo, Alessia Bellotto, Alessandro Bressanello, Giuseppe Cristiano; produttori: Caterina D'Amico, Antonio Tacchia, Maurizio Totti, Cecilia Valmarana; musica: Mokadelic; fotografia: Italo Petriccione; montaggio: Massimo Fiocchi; ricerca attori: Francesco Vedovati; scenografia: Rita Rabassini; arredamento: Katia Da Pieve; costumi: Patrizia Chericoni, Florence Emir; società produttrici: Colorado Film Production, Friuli Venezia Giulia Film Commission, Rai Cinema; nazionalità: Italia: anno di edizione: 2008; durata: 103 min.

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