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Si può fare ··· Si può fare  ··· Hot

Si può fare  ···
La commedia italiana ha sempre giocato su due punti di forza: la satira dei comportamenti umani e lo sguardo, spesso lungimirante, ai problemi sociali. Se questo è vero allora Si può fare di Giulio Manfredonia va iscritto di diritto nell’albo d’oro di questo genere cinematografico di cui esalta i pregi e minimizza i difetti. All’inizio degli anni ottanta un sindacalista della CGIL, troppo avanti con le idee a detta della struttura dell’organizzazione, è mandato a dirigere una delle tante cooperative di lavoro nate sull’onda della famosa Legge Basaglia che impose la chiusura dei manicomi. Ignorante di pratiche mediche, ma esperto di relazioni sociali e umane, prende sul serio l’incarico e, organizzando i malati come soci di un’azienda normale, li spinge a rifiutare le sinecure legate ai piccoli appalti degli enti pubblici, per entrare nel vivo del mondo del lavoro, dando vita ad un’impresa di posatori di parquet che, un po’ per caso e un po’ per abilità, diventa una ditta con i fiocchi, tanto da concorrere, vittoriosamente, alla gara per la costruzione dei pavimenti nelle stazioni di una nuova linea del metrò parigino.

Il film, interpretato molto bene da Claudio Bisio in un ruolo in cui il dolore domina sulle risate, cita apertamente alcuni momenti della commedia italiana, ad iniziare dal pugno in faccia all’ex – sessantottino divenuto stilista alla moda che arriva direttamente dal finale di Una vita difficile (1961) di Dino Risi. Qualche critico ha paragonato questo film a Qualcuno volò sul volo del cuculo (1975) di Milos Forman, l’accostamento non calza in quanto quell’opera mirava a costruire una metafora sull’oppressione di un qualsiasi regime (l’invasione della Cecoslovacchia, patria del regista, era avvenuta sette anni prima) e ad esaltare lo spirito individuale. Qui, al contrario, a dominare è l’esigenza di salvarsi, anche mentalmente, rimanendo uniti e costruendo un nuovo clima di rispetto e solidarietà. Parole d’ordine che appaiono quanto mai attuali.

valutazione: 1 23 4 5

Regia: Giulio Manfredonia; soggetto: Fabio Bonifacci; sceneggiatura: Giulio Manfredonia, Fabio Bonifacci; fotografia: Roberto Forza; musiche: Aldo De Scalzi, Pivio; montaggio: Cecilia Zanuso; scenografia; Marco Belluzzi; costumi: Maurizio Millenotti; interpreti: Claudio Bisio, Anita Caprioli, Andrea Bosca, Giovanni Calcagno, Giuseppe Battiston,Giorgio Colangeli,Michele De Virgilio, Carlo Giuseppe Gabardini, Andrea Gattinoni, Natascia Macchiniz, Rosa Pianeta, Daniela Piperno, Franco Pistoni, Pietro Ragusa, Franco Ravera, Bebo Storti, Daniele Ferretti, Tony D'Agostino, Maria Rosaria Russo, Ariella Reggio, Giulia Steigerwalt; origine: Italia; anno di edizione: 2008; durata: 111.

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