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Il papà di Giovanna ··· Il papà di Giovanna ··· Hot

Il papà di Giovanna ···
Il papà di Giovanna di Pupi Avati rispetta, nel bene e nel male, le caratteristiche tipiche di questo autore. Nel bene, perché offre un controllo altissimo delle prestazioni attoriali, unite ad una storia raccontata in modo classico e piano. Nel male, in quanto conferma la sospensione nel vuoto dei suoi film, nel senso che narrano vicende fuori del tempo e dalla storia. Nonostante i molti ingredienti scenografici, la citazione diretta degli anni in cui si collocano con tanto di riferimento a eventi storici e movimenti politici, tutto sembra svolgerti in un’epoca indefinita, priva di reali agganci con le cronache e la storia del tempo in cui il racconto è immerso. Nel caso specifico di tratta di un periodo denso d’eventi, si parte dal 1938 per arrivare sino al 1953, e di uno scenario, quello di Bologna, in cui accaddero fatti fondamentali per la connotazione del secolo e del paese.
La vicenda è presto detta: una ragazza di 17 anni, psicologicamente instabile, uccide una coetanea, appartenente ad una famiglia ricca e potente, convinta che le abbia rubato l’innamorato. In realtà il ragazzo la usava come copertura per la relazione segreta che aveva con l’altra. Condannata al manicomio criminale ne uscirà dopo anni. Durante questo periodo il padre non ha cessato di assisterla in ogni modo, mentre la madre ha rotto i vincoli familiari ed è andata a vivere con un poliziotto che ha aderito alla Repubblica Sociale e che, alla fine della guerra, sarà fucilato dai partigiani. E’ questo l’unico episodio in cui il regista prende apertamente posizione e lo fa con un livore antiresistenziale grossolano e ricostruzione della tranquilla famigliola borghese. Storia raccontata bene, ma priva di un qualsiasi riferimento politico o storico. Ciò non significa che, nel complesso, il regista non si collochi da una ben precisa parte, quella genericamente definita revisionista, ma solo che simboli, discorsi pubblici e altri ingredienti non riescono a motivare minimamente il film. Resta da dire dell’interpretazione che, come il solito, è d’altissimo livello e conferma la duttilità di Silvio Orlando (vincitore della Coppa Volpi quale miglior attore alla recente Mostra del Cinema di Venezia), il talento quella giovane Alba Rohrwacher e rivela le insospettate doti attoriali Enzo Greggio, qui sobrio sino all’essenziale e apprezzabilmente misurato.
valutazione: 1 23 4 5

Regia: Pupi Avati; sceneggiatura: Antonio Avati, Pupi Avati; interpreti: Silvio Orlando, Francesca Neri, Ezio Greggio, Alba Rohrwacher, Serena Grandi, Lella Ghia, Manuela Morabito, Gianfranco Jannuzzo , Paolo Graziosi, Valeria Bilello, Sandro Dori, Rita Carlini, Antonio Pisu, Edoardo Romano, Lorena Miller, Chiara Sani, Dalia Lahav, Gennaro Diana, Eleonora Vallone, Gaia Zoppi, Gisella Marengo, Ada Perotti, Paolo Fiorino, Cesare Cremonini; produttore: Antonio Avati; musica: Riz Ortolani; fotografia: Pasquale Rachini; montaggio: Amedeo Salfa; scenografia: Giuliano Pannuti; costumi: Mario Carlini, Francesco Crivellini; società di produzione: Duea Film, Medusa Film; nazionalità: Italia; anno di edizione: 2008; durata: 104 min.

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