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Pranzo di Ferragosto ···· Pranzo di Ferragosto ···· Hot

Pranzo di Ferragosto ····

In una calda estate romana un sessantenne, che vive con la madre, si trova in casa altre tre anziane signore che ha dovuto prendere con se onde saldare alcuni debiti pregressi con l’amministratore del condominio in cui abita e con il dottore che lo cura. Dapprima la convivenza sarà faticosa e non priva di inciampi, ma alla fine l’incontro occasionale servirà da base per la costruzione di una comunità allargata in cui anche le anziane signore troveranno una nuova occasione di vita. Pranzo di Ferragosto di Gianni Di Gregorio è uno dei quei film apparentemente fatti di nulla e non più consistenti di un piacevole aneddoto. In realtà, a leggerlo con la dovuta attenzione, dice molte più cose di quanto se ne colgano ad una prima visione.

Intanto è una riflessione sulla vecchiaia, le sue pulsioni, anche erotiche, negate dalla buona creanza, ma sempre ribollenti in qualsiasi essere umano. Non si deve dimenticare, poi, che parlare di anziani in una società come la nostra, in cui il culto dell’essere giovani pervade ogni manifestazione, dalla pubblicità alla politica, è un atto di aperta trasgressione rispetto ai moduli espressivi e narrativi comunemente accettati. Se questo non bastasse c’è la sottile descrizione psicologica con cui la regia affronta i personaggi, senza nulla tacere quanto a piccolezze, piccole viltà, opportunismi vari, ma anche senza dimenticare di guardarli con un occhio sensibile alla loro umanità ferita, al dolore per un inarrestabile decadimento fisico che li isola dal mondo sedicente attivo che, spesso, li fa guardare con disprezzo. Un altro merito del film è nell’abilità con cui il regista guida queste attempate debuttanti traendo dalla loro presenza un gustosissimo succo che sa di recitazione unita a rispetto per la loro essenza umana profonda. Un film percorso da una proficua ambiguità sia nel disegno degli interpreti, sia nella costruzione di una situazione capace di superare l’apparente banalità del quotidiano per farsi apologo di dolore e riflessione in direzione di uno sguardo complessivo che, con un amaro sorriso sulle labbra, svela una condizione orribile e umanissima. L’autore firma il suo debutto, dopo una lunga carriera di sceneggiatore e teatrante, alla soglia della sessantina; come dire le occasioni possono anche arrivare quando meno te lo aspetti.

valutazione: 1 234 5

Regia: Gianni Di Gregorio; soggetto: Gianni Di Gregorio e Simone Riccardini; sceneggiatura: Gianni Di Gregorio; scenografia: Susanna Cascella; fotografia: Gian Enrico Bianchi; montaggio: Marco Spoletini; musiche: Ratchev & Carratello; interpreti: Gianni Di Gregorio, Valeria De Franciscis, Marina Cacciotti, Maria Calì, Grazia Cesarini Sforza, Alfonso Santagata; produttore: Matteo Garrone; società di produzione: Archimede; nazionalità: Italia; anno di edizione: 2008; durata: 75 min.

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