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Cargo 200 ···· Cargo 200 ···· Hot

Cargo 200 ····

Cargo 200 (Gruz 200) del russo Alexey Balabanovha per sfondo un anno cruciale della storia sovietica: il 1984. Siamo nella provincia russa, Jurij Andropov (1914 – 1984) è morto da poco, gli è succeduto Konstantin Černenko (1911 – 1985), che scomparirà l’anno dopo per far posto a Michail Gorbačëv (1931). Quest’ultimo tenterà inutilmente di fermare la deriva del paese imponendo riforme, glasnost e perestroika (trasparenza e ristrutturazione), importanti, ma incapaci di bloccare una deriva ormai irreversibile. Il titolo del film fa riferimento alla sigla dei voli su cui sono riportati in patria i corpi dei militari morti in Afghanistan. Uno di questi trasporti deve atterrare nell’aeroporto di una città industriale, con il suo carico di bare. Fra queste c’è quella di un sottufficiale, fidanzato della figlia di un gerarca locale. La ragazza è scomparsa da qualche giorno, rapita da un alto funzionario di polizia che la violenta con una bottiglia e la tiene legata ad un letto su cui scarica la salma del fidanzato e la costringe a fare l’amore con un detenuto ubriacone, che lui stesso ucciderà alla fine della copula.

La storia è immersa in un’altra vicenda, quella di un contrabbandiere di vodka trasformato in capro espiratoria di un altro delitto commesso dal poliziotto. Lo scenario è quello di un ambiente degradato al massimo, in cui la polizia funziona come una banda di feroci criminali privi di qualsiasi senso morale. I fatti raccontati fanno riferimento ad episodi realmente accaduti, ma la cosa che più colpisce è l’ambiente in cui succedono: un mondo marcescente, popolato da figure bestiali, costantemente immerso in un’atmosfera cupa che ben sintetizza il carattere dei personaggi. Il regista, di cui vanno ricordati almeno i due film poliziesco – sociali Brat I e II (Fratello I e II, 1997 e 2000), disegna un quadro da fine impero, un ritratto da cui è stata espulsa ogni forma di legalità e ove l’arbitrio regna sovrano. Un deserto dei sentimenti che corrisponde a strutture fatiscenti, alcoolismo, sporcizia e violenza. Un quadro reso bene da una fotografia che tende ai toni della putrefazione e da una recitazione inespressiva sino alla catatonia. La struttura intreccia le varie storie e non risparmia momenti di tragica ironia, come la grottesca conversazione iniziale fra l’alto ufficiale dell’esercito e il fratello, docente universitario di ateismo. Un film doloroso, lucido e di grande impatto emotivo.

valutazione: 1 2 3 4 5

Titolo originale: Груз 200; regia: Aleksei Balabanov; sceneggiatura: Aleksei Balabanov; interpreti: Agniya Kuznetsova, Aleksei Poluyan, Leonid Gromov, Aleksei Serebryakov, Leonid Bichevin, Natalya Akimova, Yuri Stepanov, Mikhail Skryabin, Sergei Aleksandrov, Valentina Andryukova, Konstantin Balakirev; produttore: Sergei Selyanov; fotografia: Aleksandr Simonov; montaggio: Tatyana Kuzmichyova; scenografia: Pavel Parkhomenko; costumi: Nadezhda Vasilyeva; società di produzione: Kinokompaniya CTB; nazionalità: Russia; anno di edizione: 2007; durata: 89 min.

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