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In amore, niente regole ·· In amore, niente regole ·· Hot

In amore, niente regole ··

George Clooney è una delle figure più complesse e interessanti del cinema americano contemporaneo. Il suo ruolo non è solo quelli una attore bravo e con un curriculum professionale straordinario sia sul piccolo che sul grande schermo, ma anche quello di un cineasta impegnato nella produzione e nella regia. Ha già diretto tre film: Confessioni di una mente pericolosa (Confessions of a Dangerous Mind, 2002), Good Night, and Good Luck (2005) ed ora questo In amore, niente regole (Leatherheads, - Teste di cuoio - 2008), tutti rivolti al passato e tesi a rendere omaggio al grande cinema americano classico. Se il primo titolo rimanda agli anni settanta, il secondo retrocede sino ai primi anni cinquanta, in piena caccia alla streghe maccartista, e quest’ultimo va ancora più indietro, sino al 1925, pochi anni prima dell’esplosione, 1929, della più grande crisi economica conosciuta dal mondo occidentale.

Sono anche gli anni della giovinezza del foot ball americano (niente a che vedere con il rugby o con il calcio), le cui partite si giocano praticamente senza regole, le squadre rischiano in ogni momento di essere sciolte per l’abbandono degli sponsor e solo le formazioni universitarie godono di un qualche prestigio. In questo quadro il maturo Jimmy’Dodge' Connelly, capitano e giocatore degli scalcinati Duluth Bulldogs, perde l’unico finanziatore su cui si regge il bilancio della squadra; ha, allora, un’idea geniale: ingaggiare, con la promessa di lauti compensi, il giovane e aitante Carter Rutherford, eroe di guerra e fuoriclasse del football universitario. L’operazione riesce, gli stadi si riempiono e tutto sembra andare a gonfie vene se non ci mettessero lo zampino una giornalista impicciona, decisa a mascherare le false glorie militari del fenomeno, e la decisione federale di nominare un commissario incaricato di mettere ordine e dare regole a quello sport. Ovvio che la bella e il capitano finiscano coll’amarsi e il severo controllore sia beffato nel corso di un’ultima partita alla vecchia maniera in cui botte a astuzia valgono più del regolamento. Il film si rifà apertamente al cinema americano degli anni trenta - quaranta, quello delle coppie impossibili sul genere di Claudette Colbert e Clark Gable (Accadde una notte - It Happened One Night, 1934 - di Frank Capra) o Cary Grant e Katharine Hepburn (Scandalo a Filadelfia, - The Philadelphia Story, 1940 - di George Cukor). Diversamente dalla opere precedenti, questa volta i temi politici rimangono sullo sfondo e predomina il gioco a fare film come si faceva una volta. Un esercizio di stile pienamente riuscito, ma poco coinvolgente.

valutazione: 1 2 3 4 5

Titolo originale: Leatherheads; regia: George Clooney; sceneggiatura: Duncan Brantley, Rick Reilly; interpreti: George Clooney, Renée Zellweger, John Krasinski, Jonathan Pryce, Stephen Root, Wayne Duvall, Keith Loneker, Malcolm Goodwin, Matt Bushell, Tommy Hinkley, Tim Griffin, Robert Baker, Nick Paonessa, Nicholas Bourdages, Jack Thompson, Jason Drago, Bill Roberson, Hi Bedford-Roberson, Mark Teich, Christian Stolte Max Casella, Windy Wenderlich; produttori: George Clooney, Barbara A. Hall, Grant Heslov, Casey Silver, Jeffrey Silver; musica: Randy Newman; fotografia: Newton Thomas Sigel; montaggio: Stephen Mirrione; ricerca attori: Ellen Chenoweth; scenografia: James D. Bissell; direzione artistica: Christa Munro, Scott Ritenour, arredamento: Jan Pascale; costumi: Louise Frogley; società di produzione: Casey Silver Productions, Outlaw Productions, Road Rebel, Smoke House; nazionalità: Usa; anno di edizione: 2008; durata: 114.

 

 

 

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