Una parte della critica continua a considerare Quentin Tarantino un grande regista. Ci sia permesso non concordare, a noi sembra che questo autore sia un geniale artigiano che ha trasformato la passione per il cinema di serie B in fenomeno alla moda. La conferma di questa presa di distanza è motivata anche da Grindhouse - A prova di morte (Grindhouse - Death Proof), una produzione nata male (allinizio doveva essere una delle due parti di un progetto che coinvolgeva anche Robert Rodriguez) che ha molto scontentato la critica americana.
Il punto di partenza sono i B movie degli anni settanta, il titolo cita le sale Grindhouse in cui si presentava un doppio programma di questi film, pieni di pin up, corse in auto e chiacchiere falso pruriginose. La flebile traccia narrativa è offerta da un malvagio cascatore cinematografico che, alla guida di unauto superpotente, massacra, nella prima parte, quattro ragazze belle e disinibite, mentre è pestato a sangue, nella seconda, da altre quattro fanciulle fascinose e decise. A Cannes, uscendo dalla proiezione, qualche critico parlava di film da studiare pezzo per pezzo in quanto ad ogni passo ci simbatte in un preciso modello di cinema. A noi è sembrato un grande pasticcio che allinea citazioni di genere senza minimamente tentare di collegarle in un discorso degno di senso. In poche parole un giochino poco geniale e molto orecchiato.
Titolo originale: Death Proof; regia: Quentin Tarantino; sceneggiatura: Quentin Tarantino; interpreti: Kurt Russell, Rosario Dawson, Vanessa Ferito, Jordan Ladd, Rose McGowan, Sydney Tamiia Poitier, Tracie Thoms, Mary Elizabeth Winstead, Zoe Bell, Michael Parks, Quentin Tarantino; produttori: Elizabeth Avellan, Robert Rodriguez, Erica Steinberg, Quentin Tarantino, Bob Weinstein, Harvey Weinstein; fotografia: Quentin Tarantino; montaggio: Sally Menke; ricerca attori: Mary Vernieu; scenografo: Steve Joyner; costumi: Nina Proctor; nazionalità: USA; anno di edizione: 2007; durata: 90 min.
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