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Inviato da Umberto Rossi
30 Marzo, 2007
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![Image Image](http://cinemaeteatro.com/images/stories/cinema/lamasseriadelleallodole.jpg)
Paolo e Vittorio Taviani sono fra i pochi autori, della generazione che ha esordito negli anni sessanta, ad essere ancora in attività. Lavarono con sempre maggiore difficoltà e ci riescono soprattutto grazie ad un rapporto consolidato con la Rai. Non a caso i penultimi due film che hanno firmato,
Luisa Sanfelice (2004) e
Resurrezione (2001), hanno avuto sbocchi solo su piccolo schermo.
La masseria delle allodole ha molti punti stilistici e narrativi che rimandano allorigine televisiva della produzione, ad iniziare dallimpostazione delle immagini, la levigatezza delle stesse anche in situazioni particolarmente difficili, la genericità della perorazione di base. Questultima nasce dalla denuncia dei crimini commessi dai Giovani Turchi ai danni del popolo armeno. E stato, questo, movimento guidato da Mustafa Kemal detto Atatürk (Padre dei Turchi) con lobiettivo di modernizzare il paese sottraendolo allarretratezza del sultanato, ma guardando, anche, con pericolosa simpatia, allautoritarismo tedesco e, in seguito, a quello mussoliniano.
Per la verità in Turchia gli armeni erano stati perseguitati anche prima, per esempio dal sultano Abdul-Hamid II fra il 1894 e il 1896. Tuttavia è nel 1915 che si scatena la maggiore repressione, sino ad assumere i connotati di un vero e proprio genocidio con lo sterminio di tutti i maschi, indipendentemente dalletà, e la deportazione delle donne sino a causarne la morte per fame. Partendo da un romanzo di Antonia Arslan, i due registi costruiscono una storia non priva di svolte sentimentali, ma ricca di momenti molto drammatici e costruita con una perizia che richiama le grandi opere pittoriche. Una famiglia armena agiata possiede una bella casa di campagna, La masseria delle allodole, e qui si rifugia ai primi annunci delle persecuzioni, ma questo non la metterà al riparo dallo sterminio. Solo tre bimbi e unanziana riusciranno a sopravvivere. Ci sono momenti di altissima drammaticità e forte riuscita cinematografica, ad esempio la sequenza delluccisione da parte della madre e di unaltra donna della bimba appena nata. Ci sono altre parti, ad esempio tutte le scene di massa, in cui la regia annaspa. Nel complesso non una fra le opere migliori di questi autori, ma un film civile e importante.
valutazione: 1 2 3 4 5
Regia: Paolo Taviani, Vittorio Taviani; soggetto dal romanzo omonimo di Antonia Arslan; sceneggiatura: Paolo Taviani, Vittorio Taviani; interpreti: Paz Vega, Moritz Bleibtreu, Angela Molina, Alessandro Preziosi, Mohamed Bakri, Tcheky Karyo, Arsinée Khanjian, André Dussollier, Mariano Rigillo, Hristo Shopov, Hirsto Jivkov, Ubaldo Lo Presti, Nicolò Diana; fotografia: Beppe Lanci; montaggio: Roberto Perpignani; scenografia: Andrea Crisanti; costumi: Lina Nerli Taviani; musica: Giuliano Taviani; produzione: Ager 3, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Rai Cinema, Eagle Pictures, EURIMAGES/ICAA, CANAL+, Nimar Studios, Sagrera Tv, TVE, Flach Film, France 2 Cinéma, 27 Films - Ard Degeto; nazionalità: Italia; anno di edizione: 2006; durata: 122 min.