Stampa
PDF
 

La masseria delle allodole ··· La masseria delle allodole ··· Hot

La masseria delle allodole ···
Image Paolo e Vittorio Taviani sono fra i pochi autori, della generazione che ha esordito negli anni sessanta, ad essere ancora in attività. Lavarono con sempre maggiore difficoltà e ci riescono soprattutto grazie ad un rapporto consolidato con la Rai. Non a caso i penultimi due film che hanno firmato, Luisa Sanfelice (2004) e Resurrezione (2001), hanno avuto sbocchi solo su piccolo schermo. La masseria delle allodole ha molti punti stilistici e narrativi che rimandano all’origine televisiva della produzione, ad iniziare dall’impostazione delle immagini, la levigatezza delle stesse anche in situazioni particolarmente difficili, la genericità della perorazione di base. Quest’ultima nasce dalla denuncia dei crimini commessi dai Giovani Turchi ai danni del popolo armeno. E’ stato, questo, movimento guidato da Mustafa Kemal detto Atatürk (Padre dei Turchi) con l’obiettivo di modernizzare il paese sottraendolo all’arretratezza del sultanato, ma guardando, anche, con pericolosa simpatia, all’autoritarismo tedesco e, in seguito, a quello mussoliniano.
Per la verità in Turchia gli armeni erano stati perseguitati anche prima, per esempio dal sultano Abdul-Hamid II fra il 1894 e il 1896. Tuttavia è nel 1915 che si scatena la maggiore repressione, sino ad assumere i connotati di un vero e proprio genocidio con lo sterminio di tutti i maschi, indipendentemente dall’età, e la deportazione delle donne sino a causarne la morte per fame. Partendo da un romanzo di Antonia Arslan, i due registi costruiscono una storia non priva di svolte sentimentali, ma ricca di momenti molto drammatici e costruita con una perizia che richiama le grandi opere pittoriche. Una famiglia armena agiata possiede una bella casa di campagna, La masseria delle allodole, e qui si rifugia ai primi annunci delle persecuzioni, ma questo non la metterà al riparo dallo sterminio. Solo tre bimbi e un’anziana riusciranno a sopravvivere. Ci sono momenti di altissima drammaticità e forte riuscita cinematografica, ad esempio la sequenza dell’uccisione da parte della madre e di un’altra donna della bimba appena nata. Ci sono altre parti, ad esempio tutte le scene di massa, in cui la regia annaspa. Nel complesso non una fra le opere migliori di questi autori, ma un film civile e importante.
valutazione: 1 2 3 4 5

Regia: Paolo Taviani, Vittorio Taviani; soggetto dal romanzo omonimo di Antonia Arslan; sceneggiatura: Paolo Taviani, Vittorio Taviani; interpreti: Paz Vega, Moritz Bleibtreu, Angela Molina, Alessandro Preziosi, Mohamed Bakri, Tcheky Karyo, Arsinée Khanjian, André Dussollier, Mariano Rigillo, Hristo Shopov, Hirsto Jivkov, Ubaldo Lo Presti, Nicolò Diana; fotografia: Beppe Lanci; montaggio: Roberto Perpignani; scenografia: Andrea Crisanti; costumi: Lina Nerli Taviani; musica: Giuliano Taviani; produzione: Ager 3, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Rai Cinema, Eagle Pictures, EURIMAGES/ICAA, CANAL+, Nimar Studios, Sagrera Tv, TVE, Flach Film, France 2 Cinéma, 27 Films - Ard Degeto; nazionalità: Italia; anno di edizione: 2006; durata: 122 min.

Recensione Utenti

Nessuna opinione inserita ancora. Scrivi tu la prima!

Voti (il piu' alto e' il migliore)
Giudizio complessivo*
Commenti
    Per favore inserisci il codice di sicurezza.
 
 
Powered by JReviews