Primo lungometraggio realizzato dal giovane Francesco Carneschi, può contare su attori di grande esperienza (e bravura) quali Francesco Pannofino, Alberto Di Stasio, Giorgio Colangeli ma anche del talentuoso e giovane Gabriele Fiore.
Non solo loro, ma tutto il gruppo attoriale funziona perfettamente donando interesse ad un’opera imperfetta ma sicuramente sincera. Questo regista si è laureato a Roma, in Regia e Produzione Audiovideo presso lo IED. Dopo il Master in Regia Cinematografica alla New York Film Academy, iniziando ad utilizzare lo pseudonimo di Frank Jerky nel 2011 sempre a New York, ha creato la Wrong Way Pictures, società specializzata nella realizzazione di commercial, music-video e fiction ha realizzato ha diretto vari videoclip musicali e corti. In Italia ha realizzato il corto La partita (2016) di cui questo film è lo sviluppo. La scelta di cimentarsi ulteriormente sulla stessa idea è positiva per certi versi (un approfondimento dei temi) e negativa per altri (viene dato troppo spazio alla parte extra calcistica), sicuramente ha creato un’opera altalenante che non trova il giusto equilibrio tra le due anime ‘perdendo’ gli spettatori in vari momenti. Praticamente, i 19 minuti diluiti in 94, con l’aggiunta di situazioni poco utili alla narrazione, rende un po’ annacquato il contenuto non certo banale. Si parla di calcio scommesse che coinvolgono anche i campionati minori, del desiderio del giovane calciatore di divenire un professionista ma che deve scontrarsi con una realtà fatta di tanti compromessi, del desiderio di rivalsa di un mediocre allenatore che spera di conquistare la fatidica coppa (la prima e probabilmente l’ultima) e si scontra con realtà più grandi di lui. Tutto interessante ma molto prevedibile e, in alcuni momenti, anche un po’ forzoso. Alla periferia di Roma (siamo al Quarticciolo), si gioca finale di calcio su un campo povero e sterrato che ospita una sfida non solo calcistica, ma anche tra alcuni personaggi che vivono intensamente sogni e paure della propria vita. Lo Sporting Roma, squadra che non vince mai, dare all'allenatore una coppa per cui ha sacrificato la propria esistenza, ma la stella della squadra, Antonio, non rende come potrebbe. Attorno al campo, sia il padre del ragazzo che il presidente della squadra guardano ansiosi al tabellone, mentre lo spettro della combine e delle scommesse clandestine mette in crisi i destini dei protagonisti. Francesco Pannofino era stato arbitro anche nell’omonimo film diretto da Paolo Zucca e il protagonista del corto La Partita. Conosce bene il mondo del calcio, ottimamente il personaggio che accompagna verso l’avventura del lungometraggio. È generoso, bravo, convincente ma non sempre riesce a fare dimenticare i buchi di sceneggiatura.