Questa graphic novel, senza mai drammatizzare troppo, racconta delle incomprensioni nel mondo del calcio e della società contemporanea in genere con attenzione per la relazione padre-figlio e l'amicizia tra bambini di varie nazionalità. Realizzata da Artur Laperla – dotto illustratore laureato in filosofia e impegnato in biografie di grandi personaggi nonché collaboratore di varie enciclopedie - e Mario Torrecillas – scrittore che ha avuto quattro testi utilizzati dal cinema – la avevano ambientata in Spagna, vicino a Valencia. La critica soprattutto iberica ha trattato con grande rispetto questo ‘fumetto’ dicendo che era degno dei migliori film di Almodovar, Ken Loach e Robert Guédiguian. Forse c’è un po’ di esagerazione, ma in mano del figlio d’arte Julien Rappeneau - suo padre è Jean-Paul, regista tra l’altro del Cyrano de Bergerac (1990) interpretato da Gerard Depardieu - questa graphic novel è divenuta una commedia un po’ banale e fin troppo prevedibile dove si trattano temi quali la separazione, l’affido, l’alcolismo, il razzismo senza peraltro fare una vera denuncia di situazioni di disagio comuni a molte società. Si trasforma in un piccolo film per famiglie che mai dona una sorpresa o, quantomeno, una situazione originale, ma si fa perdonare alcune forzature di sceneggiatura grazie all’impegno di tutto il cast che fa l’impossibile per credere in quello che dice e che fa. Per il regista questo è il secondo film; come il primo è tratto da una graphic novel ma Rosalie Blum (2014) era sicuramente più interessante.
Un sogno per papà è una favola prenatalizia convenzionale, il cosiddetto film per famiglie, che non soddisfa nessuno ma che, nello stesso tempo, permette di vivere per oltre 100 minuti nel mondo dei buoni sentimenti dove tutto, grazie alle buone intenzioni anche di chi ha sbagliato, ha un finale moralistico che fa sentire buoni. Dodicenne vorrebbe recuperare il padre, rissoso e ubriacone, che non ha un lavoro, è separato e vive da vecchia zia. Il ragazzo, divenuto mentalmente adulto per tutte le traversie che ha dovuto affrontare, cerca di eccellere nel calcio, sport amato dal genitore. Theo – piccolo d’altezza ma molto grintoso - gioca con la squadra della cittadina, provando in ogni match di portare a casa qualche successo per rendere fiero suo papà. Quando l’Arsenal fa una partita nei dintorni ed un selezionatore va a guardare a giocare anche la sua squadra, aiutato da amico timoroso e incapace di dire bugie e da un compagno hacker, fa credere di essere stato selezionato. Spera che il padre, spinto dal desiderio di accompagnarlo in Gran Bretagna, si disintossichi, cerchi lavoro e una casa: in questa maniera potrebbe anche ottenere l’affidamento del figlio. Ma la frottola si viene a scoprire, e…
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