La fine dell’Ottocento rappresenta un periodo molto tormentato per la Francia. Pesa ancora la sconfitta subita nella guerra con la Prussia con la perdita dell’Alsazia e parte della Lorena e l’umiliazione legata alla distruzione della Comune di Parigi. Facile, in queste condizioni, incolpare qualcuno dei disastri subiti dall’armè, ecco allora che ogni responsabilità è addossata a sabotatori e spie. In quest’atmosfera si colloca uno dei casi più odiosi di persecuzione antisemita dei tempi moderni, Lo stato maggiore, in particolare i servizi segreti, individuano in un ufficiale alsaziano di religione ebraica, il capitano Alfred Dreyfus, la spia che sarebbe stato uni dei respirabili della disfatta, avendo passato al nemico importati informazioni sugli armamenti e il dislocamento delle truppe.
Tutte informazioni false e costruite ad arte che, tuttavia portarono alla degradazione e alla condanna a vita dell’imputato che fu inviato nella colonia penale della Gyuayana francese in pessime condizioni di detenzione. Solo il 7 agosto 1899 ottenne il diritto a un secondo processo da cui uscì condannato a dieci anni, ma con le attenuanti, un esito a cui non fu estraneo il famoso J’accuse pubblicato il 25 novembre 1897 dallo scrittore Émile Zola (1840 -1902) sul giornale L’aurore. La riabilitazione, sotto forma di grazia, avvenne nel 1906. Roman Polanski ha tratto spunto dal volume che Robert Harris ha dedicato a quest’affaire L’ufficiale e la spia (J’accuse). Il film segue con precisione e rigore l’affaire Dreyfus aprendosi con la degradazione dell’ufficiale (cerimonia che avvenne nel cortile della scuola militare) e mettendo l’accento sul rapporto fra il condannato e il colonnello Georges Picquart che si batté strenuamente per la revisione del processo. Il film scivola pianamente sui fatti mettendo in luce l’antisemitismo che segna l’epoca e, in particolare il mondo militare. Qualcuno ha azzardato un parallelo fra l’affaire e la vicenda personale del regista che ancor oggi è inseguito dalla giustizia americana per un’accusa di stupro legata a fatti avvenuti nel 1977, più di quarant’ami or sono. E di cui il regista si è dichiarato estraneo.