Dopo sei anni da quello che si è rivelato essere il più grande successo dell’animazione di sempre (oltre 1,2 miliardi di dollari incassati nel mondo), il sequel di Frozen appare come costruzione narrativa superiore all’originale che aveva vinto due Oscar. Molto ben curato nella parte visiva con ambientazioni autunnali ispirate sia ai fiordi norvegesi che a distese e foreste finlandesi e islandesi, ha riconfermato alla regia Jennifer Lee (vera creatrice di questo mondo da fiaba) e Chris Buck (coinvolto nel soggetto): la loro bravura è stata nel riuscire a fornire una storia in grado di riprendere i personaggi originari facendoli crescere e maturare come i piccoli spettatori che avevano decretato il loro successo. Elsa & Anna proseguono a dialogare con le ragazzine che avevano sognato col film originale tenendo presente che le under six ora hanno 11 anni; ritrovano le loro principesse – sorelle - eroine questa volta impegnate in un’avventura ben più complessa e impegnativa, ma senza dimenticare una love story.
Il film inizia con loro bambine che ascoltano rapite il padre che racconta di un fiume misterioso e lontano. Subito dopo inizia la storia ambientata qualche anno dopo gli eventi di Frozen. Elsa percepisce una voce che non si capisce da dove provenga, vorrebbe ignorarla ma curiosità e timore per questo mistero la convincono ad abbandonare il Regno di Arendelle – di cui è Regina - per cercare di scoprire cosa le è celato del suo passato. Lo script è curato, con tanti piccoli e grandi colpi di scena. Ripresi in blocco i comprimari fondamentali per la vicenda e che avevano reso molto anche a livello di merchandising (la renna Sven con una mimica coinvolgente, la tenerezza-comicità di Olaf nerd perfetto), si mantiene immutato anche il rapporto tra le sorelle, la Regina che ha i magici poteri ma che è salvata dall’altra dotata solo del suo grande coraggio. E’ chiaramente un prodotto che ha un target preciso e che entusiasma solo questi preadolescenti, ma lo spettacolare mondo della Natura riesce a coinvolgere anche i più grandi. Film perfetto nella costruzione, ottiene giustamente il placet del grande pubblico ma non per questo è da considerarsi uno dei migliori prodotti di casa Disney. E’, comunque, un ottimo esempio di come si possa rivalutare la fiaba made in Disney più attualizzando la parte tecnica che non i contenuti buonistici: funzionano e fanno sognare il pubblico delle bambine.