Esiste una sottile ma fondamentale differenza tra volere bene e fare del bene. Il protagonista di questo nuovo film di Fausto Brizzi non lo ha capito, e purtroppo questo costa molta ingratitudine da parte di chi lui pensava soltanto di aiutare nei sogni, nel lavoro, nella vita di tutti i giorni.
Avvocato di mezza età e di grande successo lavorativo, dopo un tentato suicidio e grazie all’incontro con una persona che coniuga psicologia con la poesia e la filosofia, decide di donare, senza che questo fosse richiesto, un momento di gioia alle persone a lui care anche se scopre che tutte le persone che ama non hanno tempo per lui e per le sue paure, ma si rende conto che nemmeno lui si è mai davvero occupato di loro a causa della carriera e della brama di benessere. Temi da commedia ma in cui serpeggia sempre il dramma dove alcune scelte di sceneggiatura vanificano il valore dell’idea iniziale. Molte delle forse troppe figure presenti vengono solo accennate e non hanno spazio per uno sviluppo, togliendo in questa maniera ritmo alla storia. Il melodramma che serpeggia pericolosamente – il vissero felici e contenti non è completo perché muoiono due dei personaggi – attraversa alcune belle battute e trovate rendendole imperfette. Si ha l’impressione che il regista sentisse troppo il peso della trasposizione cinematografica di uno dei libri da lui più amati. In questa maniera, non si è sentito libero nel gioco narrativo divenendo troppo spesso serioso castrando la lievità della commedia. La perfetta scelta del cast, comunque, lo aiuta a portare in porto un film gradevole anche se non da ricordare. Claudio Bisio - sguardo fisso rivolto al pubblico in veste di narratore - perde qualche colpo quando deve dare vita al suo personaggio, Sergio Rubini è titolare del negozio Chiacchiere base un po’ di tutte le buone azioni portate avanti dall’avvocato, quest’ultimo ha come fratello Gianmarco Tognazzi artista senza successo, Flavio Insinna è attore che mai ha recitato che diventa complice di Bisio. Ma ci sono tanti altre figure, dalla madre dell’avvocato Valeria Fabrizi forse ninfomane e fedifraga a suo marito Cochi Ponzoni tennista che aveva fallito l’incontro della sua vita contro Memo Remigi. Un’occasione perduta da Brizzi per fare un vero salto di qualità. Avvocato di successo ma nella vita molto solo e frustrato, nel tentativo di uscire dalla palude emotiva in cui è precipitato decide di adoperarsi in modo attivo per i suoi cari. Il risultato è inevitabile: con la precisione di un cecchino distrugge l’esistenza di ognuno di loro. Ma non per sempre.