Ang Lee annovera tra i vari premi ottenuti ben due Oscar: Vita di Pi (Life of Pi, 2012) e I segreti di Brokeback Mountain (Brokeback Mountain, 2005). E’ vero, l’ultimo film che aveva diretto non era esattamente un capolavoro - Billy Lynn: Un giorno da eroe (Billy Lynn's Long Halftime Walk, 2016) – ma nemmeno deludente. Con un budget da 138 milioni di dollari – finanziati in gran parte dai cinesi – il regista di Taiwan non è riuscito a realizzare un film interessante e, anzi, spesso rasenta il ridicolo.
E’ vero, la maggiore responsabilità la hanno i 6 cosceneggiatori, ma questo non può e non deve giustificare l’esito finale. Probabilmente tutto è dovuto ad una gestazione a dire poco travagliata, durata venti anni prima di entrare in produzione. Nato da un'idea di Darren Lemke, nel 1997 doveva essere prodotto dalla Walt Disney Pictures insieme a Don Murphy, sotto la regia di Tony Scott - come prova per il film, il dipartimento di animazione ed effetti speciali della Disney, The Secret Lab, fece studiare la realizzazione del cortometraggio Human Face Project, che si occupava della creazione di un clone del protagonista più giovane utilizzando la computer graphic: il film non entrò mai in produzione a causa del lento sviluppo della tecnologia che serviva per il film. Nel 2016 la Skydance ha acquistato i diritti dalla Disney: Ang Lee è stato un ripiego, seppur di lusso. Il risultato è un action iperrealistico che vede protagonista Will Smith e il suo doppio dentro una storia che prova a mettere in campo questa ‘trovata’ come unica per un film di 2 ore. Pur non cambiando ovviamente il valore della storia, merita di essere visto in 3D perché è stato realizzato con l’innovativo HFR 3D+ a 120 frame per secondo: affascina il pubblico ma pone limiti – a causa della ipertecnologia – ad Ang Lee ancora un po’ a disagio con questa tecnica che, peraltro, aveva già utilizzato in Billy Lynn: Un giorno da eroe. Henry Brogen è un killer al servizio dei ‘buoni’ che ha deciso di abbandonare il suo lavoro e la sua vita violenta. Ma è costretto a rimandare perché gli impongono una missione in cui rischierà di essere ucciso: ammazzare un avversario che inspiegabilmente sembra anticipare ogni sua mossa e sfuggire a ogni attacco. Grazie al suo superiore, Brogen scopre che in realtà il suo nemico è una versione ringiovanita di sé stesso, creata 25 anni prima dai suoi stessi geni. E per eliminarlo dovrà combattere prima di tutto contro le sue paure, contro la sensazione di dovere uccidere se stesso. Ma c’è anche un’altra via di uscita.
