Roberto Lipari nel giugno 2016 ha vinto il primo talent per comici italiano, Eccezionale Veramente, con i giurati Diego Abatantuono, Selvaggia Lucarelli, Paolo Ruffini, Renato Pozzetto, Rocco Tanica e Pupi Avati. Il premio era un contratto con la Colorado di Abatantuono per 100.000 euro. Da quel momento ha smesso gli studi universitari e si è dedicato completamente al cabaret, divenendo anche attore comico di buon livello (era anche tra gli interpreti di Classe Z – 2017 diretto da Guido Chiesa).
Ma la sua maggiore attitudine la si vede nello scrivere, in questo caso una sceneggiatura a cui hanno creduto in molti noti attori – Luca Zingaretti in testa – ed il regista Gianni Costantino che ha atteso 18 anni per dirigere il suo secondo film dopo Ravanello pallido (2001) con Luciana Littizzetto. L’idea non è originalissima ma la macchina narrativa funziona e tutti gli interpreti appaiono perfetti per i personaggi a loro affidati. Peccato che la denuncia, pur presente in maniera non seriosa. Ad un certo punto scompaia per lasciare spazio ad uno sviluppo fin troppo pensato per il grosso pubblico. Per sua scelta, il nome del personaggio principale è lo stesso dell’attore/sceneggiatore, quasi a volere dare ulteriore credibilità a quanto detto. Zingaretti è bravo, ma gli altri non sono da meno. Studente universitario in ateneo siciliano in cui i docenti vendono gli esami, assumono solo amici e parenti e sono dediti alla raccomandazione, ha il padre Rettore. Andando contro la sua famiglia, stufo di essere asservito al potere del baronato con i suoi amici (ma conta anche l’amore per una studentessa del Erasmus) decide di combattere questo modus operandi. Realizza, infatti, un’App per smartphone denominata TuttAPPosto che valuta l’operato dei professori. Tutto ciò porterà a una serie di colpi di scena e a un’inversione di ruoli: gli studenti acquisiscono un potere inaspettato e i professori sono costretti a comportarsi onestamente pure di ottenere un buon voto. Ma ci sono gli hacker, e…