Sono passati oltre cinquant’anni da quando Un uomo, una donna (Un homme et une femme, 1966) vinse l’Oscar e successivamente la Palma d’Oro a Cannes. L’ottantunenne Claude Lelouch, non sappiamo se per mancanza di idee o per malinconia, ha realizzatio I migliori anni della nostra vita (Les plus belles années d’une vie), dove fa incontrare nuovamente i protagonisti Jean-Louis Trintignant e Anouk Aimée (88 e 87 anni), dopo averli già proposti nel 1986 con Un uomo, una donna oggi (Un homme et une femme, 20 ans déjà), un sequel indifendibile scritto assieme all’attore e sceneggiatore Pierre Uytterhoeven: lo stesso era stato cosceneggiatore anche del film originale e in questa terza parte della storia ha scritto i dialoghi aggiunti.
Il secondo titolo è stato praticamente cancellato da Lelouch e produttori che confidano della poca memoria degli spettatori: qui si ritrovavano e comprendevano di non poter fare a meno l'uno dell'altra con un happy end di rito molto sdolcinato che rischiava di distruggere quanto di buono fatto nell’originario. È vero, il regista francese ha recuperato alcune immagini in cui si vede il pilota gravemente ferito dopo un incidente, ma sono scene utilizzate senza riferimenti al film da cui sono tratte. Qui lo sviluppo narrativo non presenta l’utilizzo di molti personaggi – era questa una delle caratteristiche di Lelouch – che animavano gran parte delle sue opere per poi lasciare spazio ai 2 o 3 principali: i due protagonisti, i figli cinquantenni (che probabilmente si innamorano reciprocamente), una sanitaria della lussuosa casa di riposo dove vive l’ex pilota. Lo scopo era quello di fare vivere emozioni, e ci è riuscito, occupandosi unicamente di Jean-Louis e di Anne che capiscono l’errore di non essere rimasti assieme 50 anni prima quando avevano vissuto un’intensa storia d’amore. L’uomo perde spesso la memoria, ma di quella donna si ricorda sempre e parla, con tristezza, della sua vita in cui tante donne lo hanno fatto forse divertire, ma non gli hanno fatto conoscere l’amore vero. Il suo ‘diario’ è sintetizzato in una frase: È più facile sedurre 1000 donne che sedurre la stessa 1000 volte. Girato in soli 13 giorni e in continuità anche per aiutare gli anziani attori ad entrare meglio nei personaggi, il film è melanconico ma non triste capace, tutto sommato, di coinvolgere emotivamente gli spettatori. Da dire che nei pochi paesi in cui è stato presentato non ha ottenuto successo al botteghino. Jean-Louis e Anne si erano conosciuti oltre 50 anni orsono e avevano vissuto un'intensa storia d'amore. Ai giorni nostri l'uomo, ormai ex pilota di corsa da molto tempo, riporta alla memoria sentieri sbiaditi fatti di vecchi ricordi che spera di poter rivivere. Tra queste reminiscenze c'è quella donna che non è riuscito a tenersi accanto e che ricorda continuamente con rammarico. Per aiutarlo, suo figlio cerca di rintracciarla ed è così che i non più giovani innamorati possono rivedersi, speranzosi di riprendere la loro storia d'amore proprio lì dove l'avevano interrotta.